Red
17 novembre 2017
A Sassari si discute il sistema agroalimentare globale
In programma nel tardo pomeriggio di oggi, nella Sala Angioy del Palazzo della Provincia, una Tavola rotonda organizzata dalla Coldiretti Sardegna su “Il prezzo di un modello di crescita sbagliato”

SASSARI - “Il sistema agricolo è purtroppo appiattito sulle regole dell’industria estrattiva, che non ha alcun carattere conservativo. La produzione e la distribuzione nel modello agricolo, si vedono sempre più costrette dentro la logica della commodity, del bene considerato solo in virtù delle sue ragioni di scambio. Senza prendere in esame la molteplicità di effetti sul piano ambientale, su quello sociale e naturalmente sul piano etico, oltre che su quello delle relazioni tra uomo e la natura e dell’uomo con il suo prossimo. A vincere continua a essere sempre e solo il prezzo”. È attorno a questo spunto di Nunzio Galatino, segretario generale della Cei, che si sviluppa la Tavola rotonda organizzata dalla Coldiretti Sardegna “Il prezzo di un modello di crescita sbagliato”. Il convegno, che si svolgerà oggi (venerdì), alle 17.30, nella Sala Angioy del Palazzo della Provincia in Piazza d’Italia, è l’occasione per discutere del sistema agroalimentare attuale.
Al dibattito interverranno il vescovo di Sassari Gianfranco Saba, il docente del Dipartimento di Agraria Giuseppe Pulina, il presidente del Banco di Sardegna Antonello Arru, il direttore generale del Banco di Sardegna Giuseppe Cuccurese e l’esperto in materie economiche Antonio Tilocca. L'inizio dei lavori sarà affidato al direttore della Coldiretti Sardegna Luca Saba, mentre le conclusioni saranno riservate al presidente della Coldiretti Sardegna Battista Cualbu. La tavola rotonda sarà moderata dal giornalista Pasquale Porcu.
«Durante la tavola rotonda, cercheremo di capire, anche grazie agli interventi dei relatori illustri che abbiamo il piacere di ospitare, se il prezzo debba essere per forza l’unica unità di misura del mercato globale - afferma Saba - o se al contrario non si debba ripensare l’attuale sistema di scambio mettendo l’etica e il lavoro al centro di un nuovo modello virtuoso». «In Birmania, secondo quando denunciato dal Papa e dalle Nazioni unite, oltre 700mila persone sono state cacciate dalle proprie terre - aggiunge Cualbu. Su queste terre viene coltivato il riso che l’Unione europea importa a dazio zero. La società civile occidentale ha il dovere di affrontare queste problematiche cercando di invertire la tendenza».
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