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M.P. 23 dicembre 2017
«Investimenti Eni devono restare a Porto Torres»
Il consiglio comunale di Porto Torres ha sancito che i 230 milioni di euro, a suo tempo destinati alla centrale a bio-masse, devono continuare ad essere investiti nell’area industriale Turritana. E’ quanto è stato deliberato della mozione presentata dal Psd’Az rappresentato dal consigliere comunale Costantino Ligas
«Investimenti Eni devono restare a Porto Torres»

PORTO TORRES - Il consiglio comunale di Porto Torres ha sancito che i 230 milioni di euro, a suo tempo destinati alla centrale a bio-masse, devono continuare ad essere investiti nell’area industriale Turritana. E’ quanto è stato deliberato della mozione presentata dal Psd’Az nella persona del consigliere Costantino Ligas ed approvata all’unanimità dall’assemblea civica. «La segreteria della sezione Simon Mossa esprime soddisfazione nel constatare che il lavoro del suo gruppo dirigente sia stato recepito positivamente dai consiglieri di maggioranza e minoranza e dal primo cittadino che ha accolto favorevolmente la richiesta di rendere partecipe il consiglio comunale in decisioni inerenti il Protocollo d’Intesa prima che queste vengano accettate e sottoscritte, affinchè Porto Torres ritorni ad essere protagonista sul proprio territorio».

Il voto positivo alla mozione su “Aggiornamento del Protocollo d’intesa sulla Chimica Verde”, secondo il Psd’Az sancisce che anche la maggioranza attuale condivide l’operato delle precedenti amministrazioni, almeno per quanta riguarda l’aver dato vita al processo di riconversione industriale nel territorio. «Tenuto conto che l’approvazione della mozione non determina un punto di arrivo, bensì l’apertura di una nuova fase di discussione e contrattazione sugli obbiettivi da perseguire nel confronto con Eni e Regione , il partito dei Quattro Mori auspica che «dalle commissioni competenti vengano fuori proposte serie e concrete, di carattere economico, industriale e sociale, per la pianificazione dei 230 milioni di euro che Eni dovrebbe destinare a questo territorio».

I sardisti , vista la crisi idrica, ormai strutturale, della Sardegna Nord Occidentale, ritengono che una parte di quelle risorse debbano essere destinate a studi e ricerche utili a “fare sistema” nel bene acqua, anche tenendo conto delle esigenze del comparto agricolo. «La nostra idea - conclude il Psd’Az - è che si dovrebbe puntare sulla ristrutturazione del depuratore consortile, la costruzione di uno nuovo che si occupi della depurazione delle sole acque bianche e sulla realizzazione di uno o più dissalatori modulari, sia per usi civili che industriali. Oltre che il favorire lo sviluppo delle nuove tecnologie sulla dissalazione, finalizzando il tutto, tra l’altro, anche alla creazione di un polo di eccellenza per la produzione di dissalatori da destinare ai mercati nazionali ed internazionali».
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