M.P.
28 ottobre 2018
Porto Torres, aziende in crisi: incubo desertificazione
Una denuncia che arriva dal sindacalista Antonello Cabitta responsabile lavoro nella segretaria cittadina del Partito Democratico di Porto Torres

PORTO TORRES - Avanza con passo veloce la moria delle aziende e la disoccupazione nell’area dell’ex petrolchimico, e gli incentivi non bastano a colmare i solchi scavati dalla crisi più lunga e profonda della storia cittadina. L’industria è il settore che ha più risentito della crisi e Porto Torres che ha visto nascere l’industria circa 50 anni fa ed ora attende il miracolo delle bonifiche e lo sviluppo della Chimica verde mentre aziende dell’indotto soffrono costrette a dichiarare esuberi di personale.
«Verrebbe da dire “Avanti un altro” ma qua non siamo a teatro e c’è ben poco da scherzare, dopo le notizie dei giorni scorsi che riguardavano una sessantina di lavoratori Sices e relative famiglie, in scadenza di cassa integrazione, ecco che immediatamente segue un’altra azienda storica del territorio, la Edicom, che a seguito dell’appalto perso per le manutenzioni edili dello Stabilimento della Marinella a vantaggio di un azienda calabrese, ha annunciato i primi cinque licenziamenti, con la paura che altri venticinque lavoratori a breve potrebbero seguirli». Una denuncia che arriva dal sindacalista Antonello Cabitta responsabile lavoro della segretaria cittadina del Partito Democratico di Porto Torres.
«Purtroppo siamo consapevoli che a seguito dei rinnovi degli appalti, non tutti i lavoratori vengono riassorbiti dall’azienda subentrante e spesso senza neanche le stesse condizioni economiche, - sottolinea Cabitta - mentre quel famoso “Addendum” della Chimica verde resta lì in bella mostra con tutti i suoi buoni propositi e le sue belle firme completamente disattese, documento che ricordiamo avrebbe dovuto contribuire alla tutela delle aziende e delle maestranze locali, ma invece continuiamo impotenti ad assistere ad una emorragia di posti lavoro e con quasi tutte le imprese di manutenzione in grossa difficoltà». C’è la Sices, la Edicom ma anche tante altre aziende dell’area ex petrolchimico che danno segnali di stress da tempo visibili ma che ora scatenati dai ritardi di una riconversione industriale annunciata più volte e in forte ritardo rischiano di provocare la peggiore crisi che la città abbia mai subito.
«Fra le cause che stanno determinando questi disagi, ci sono sicuramente i ritardi nella realizzazione e completamento delle fasi 2 e 3 del progetto Matrica - la fine lavori era prevista per il 2017 - e inoltre il persistere della lentezza burocratica che continua a ritardare l’avvio ufficiale delle bonifiche così tanto attese dal territorio». Di fronte a questa situazione sono tanti gli interrogativi posti dal segretario cittadino Pd Mirko Luiu e dal responsabile lavoro Antonello Cabitta.
«Apprezzabile il tentativo del sindaco con la richiesta inviata al titolare del Mise, - dicono - ma piuttosto che portare nuove iniziative industriali comunque sempre ben accette, a parer nostro avrebbe dovuto sollecitare un’accelerazione dei progetti già in essere, quindi di più facile realizzazione, come sono appunto il protocollo sulla Chimica Verde e le bonifiche ad essa collegate. Ma siccome non ci nascondiamo anche le responsabilità del nostro partito, vorremmo ricordare a chi amministra Provincia e Regione, che finche’ sono in carica hanno il compito e dovere di vigilare e attivarsi in qualsiasi modo, per tutelare le nostre imprese e soprattutto le nostre famiglie. La campagna elettorale per ora può attendere, mentre le esigenze e le difficoltà delle famiglie hanno finito il loro tempo».
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