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Red 4 ottobre 2007
Opposizione abbandona aula: Tedde dispiaciuto
«Il piano commerciale è uno strumento che ha generato discussione, coinvolgimento delle parti politiche e sociali, ma avrebbe certamente meritato la partecipazione totale sul voto, anche su posizioni differenti».
Opposizione abbandona aula: Tedde dispiaciuto

ALGHERO - «Si raccolgono i frutti del lavoro di programmazione svolto negli anni precedenti. Dopo il Piano Strategico, ora il Piano Commerciale e d’ora in avanti tutte le iniziative sul quale si è lavorato nella precedente esperienza amministrativa stanno arrivando all’approvazione di questo consiglio». Il sindaco Marco Tedde commenta con soddisfazione il via libera del consiglio comunale allo strumento di programmazione del settore commercio, atteso da tanti anni e destinato a dettare le regole di un settore che ad Alghero si sviluppa e si armonizza in funzione di mutate esigenze del mercato, anche a seguito dell’evoluzione del settore turistico che trae grossi benefici dallo sviluppo delle tratte low cost avviate dall’aeroporto Riviera del Corallo. Il Piano del Commercio è stato approvato senza la presenza delle forze di opposizione che al momento del voto hanno abbandonato l’aula, e di questo Tedde si dice dispiaciuto. «Sono sinceramente dispiaciuto – commenta il Sindaco – dato che lo strumento in questione è un elemento che ha generato discussione, coinvolgimento delle parti politiche e sociali, ma avrebbe certamente meritato la partecipazione totale sul voto, anche su posizioni differenti». Il Piano recepisce i criteri del decreto Bersani e delle direttive regionali che in pratica liberalizzano il settore, cancellando il contingentamento delle licenze esistente in precedenza. In questo contesto, lo strumento di cui si doterà la città sarà normato da regole sia nell’ambito degli esercizi pubblici sia per il commercio su aree pubbliche. Il piano introduce regole per i piccoli esercizi, che diventano “esercizi di vicinato” che dovranno distinguersi per peculiarità dei prodotti, per servizi offerti, e per le medie superfici di vendita, che avranno il compito di fornire ai quartieri della città una dimensione meno dispersiva e più “familiare”. Per quanto riguarda i bar e i ristoranti, detto della cancellazione del contingentamento, il Pino introduce elementi qualificanti, requisiti che le attività dovranno avere per l’avvio dell’attività. Quindi requisiti di tipo urbanistico come l’indice di affollamento, requisiti precisi di tipo igienico-sanitario, servizi per disabili, abbattimento di barriere architettoniche. Nel campo del commercio su aree pubbliche il Piano individua aree carenti che dovranno essere dotate di mercati. Ad esempio un mercato non alimentare nel quartiere della Pietraia, nei pressi del mercato civico, mercati in altre aree della città non servite ( ad esempio la zona Taulera ). «Il Piano del Commercio adegua la città alle norme nazionali, che si collocano in un ambito di innovazione e di modernità – commenta l’Assessore allo Sviluppo Economico Gianfranco Becciu – e in questo contesto di regole generali, l’Amministrazione ha introdotto parametri e misure determinate dalle esigenze della città, dal centro storico alla periferia, per adeguare il settore ai cambiamenti socio- economici che si sono verificati nel corso degli anni».



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