Sale operatorie chiuse e all´orizzonte lo smantellamento della struttura. Sabato presso l’Ospedale Marino di Alghero verrà avviata e presentata alla stampa la raccolta firme per una petizione popolare in difesa del presidio ospedaliero
ALGHERO - Prima o poi doveva succedere, così la città esce dal torpore e ingoiate le promesse elettorali ormai vane, inizia a prendere coscienza di una deriva, in campo sanitario, decisamente preoccupante. La recente
riunione della Commissione Sanità del Consiglio regionale, infatti, più che sgombrare il campo sulle reali intenzioni dei governanti cagliaritani per il futuro degli ospedali e la sanità di Alghero in generale, ha acceso forti perplessità. Tutti dubbi che iniziano a materializzarsi, fino alla chiusura delle sale operatorie dell'ospedale Marino e le mancate promesse di riapertura e rilancio: Tutti tabù ormai sfatati dalla realtà. Sulla questione giace perfino la richiesta di discussione urgente in Consiglio comunale aperto, per ora caduta stranamente nel vuoto [
LEGGI].
Presa coscienza della drammatica situazione cui sta andando incontro tanto il Marino quanto la sanità nel suo complesso, in città si forma una larga area civica pronta a rivendicare il diritto alla salute ed alle prestazioni sanitarie nel territorio. Prende il via così una petizione bipartisan indirizzata al Sindaco Mario Conoci - ma rivolta al Governatore Cristian Solinas, al presidente del Consiglio Michele Pais ed a quello della Commissione regionale Domenica Gallus - perché si faccia interprete in Regione dei diritti fino ad oggi negati agli algheresi.
Presso l’Ospedale Marino di Alghero (sabato dalle ore 11) verrà avviata e presentata alla stampa la raccolta firme che vede aderire già esponenti politici locali di più partiti. C'è perfino il
Psd'Az con le firme di Tore Pintus, Giuliano Tavera e Giovanni Spano (il partito del sindaco),
FdI con Sefora Salis, Ennio Ballarini, Adriano Grossi e Lelle Simula, Gavino Tanchis e Maria Ausilia Loddo del
PdS, il
M5S di Roberto Ferrara, Graziano Porcu, Giuseppe Meloni e Maria Antonietta Alivesi, oltre alle numerose anime del Centrosinistra, Valdo di Nolfo, Giusy Piccone, Maria Graziella Serra, Gabriella Esposito, Ornella Piras, Franca Carta, Mimmo Pirisi, Mario Bruno, Raimondo Cacciotto e Pietro Sartore.
Si chiede con forza e determinazione «che venga immediatamente garantita la piena funzionalità dell’Ospedale Marino di Alghero»; «che lo stesso resti struttura sanitaria ospedaliera e lo stabile non sia posto in vendita neanche per realizzare coi proventi il nuovo ospedale» (in quanto i fondi per il nuovo ospedale sono già inseriti tra quelli destinati all’edilizia ospedaliera in Sardegna). C'è infatti, ormai la sensazione che il progressivo smantellamento risponda ad una precisa scelta, perfino anticipata dal Consigliere regionale ex Forza Italia (oggi
Cambiamo-Udc) Antonello Peru [
LEGGI].
Si chiede così «che si acceleri la convenzione tra
Ats e
Aou per dotare l’ospedale Marino e l’ospedale Civile degli anestesisti sufficienti per garantire anche gli interventi chirurgici più complessi e contestualmente si possa mettere in funzione l’unità di terapia intensiva polispecialistica»; «che siano rafforzate le discipline di ortopedia e riabilitazione, insieme alla creazione di un nuovo reparto di lungodegenza ad Alghero». Insomma, nasce una nuova coscienza che, messe da parte le ideologiche appartenenze a partiti o schieramenti, chiede impegni precisi per la città e gli algheresi. Perchè in gioco c'è un bene che tocca tutti senza distinzione. Il messaggio è chiaro.
Nella foto: la recente riunione della Commissione Sanità presso l'Ospedale marino di Alghero, oggi totalmente depotenziato