Red
20 gennaio 2020
Teatro: Montanari e Bardani ad Arzachena e Ozieri
Per La grande prosa firmata Cedac, i due attori saranno i protagonisti de “La più meglio gioventù”, in cartellone domani sera all´Auditorium multidisciplinare di Arzachena e mercoledì sera al Teatro Civico “Oriana Fallaci” di Ozieri

ARZACHENA - Folgoranti battute e riflessioni (semiserie) sul presente e sul futuro ne “La più meglio gioventù”, divertente e coinvolgente pièce scritta, diretta ed interpretata da Francesco Montanari ed Alessandro Bardani, in tournée nell'Isola sotto le insegne del Cedac/Circuito multidisciplinare dello spettacolo in Sardegna. Tra dialoghi surreali e divagazioni “filosofiche”, lo spettacolo che indaga fra i desideri ed il disincanto di una generazione con la cifra graffiante della stand-up comedy sarà in cartellone domani, martedì 21 gennaio, alle 21, all'Ama-Auditorium multidisciplinare di Arzachena, per la Stagione 2019-2020 de La grande prosa firmata Cedac, in collaborazione con Deamater, e mercoledì 22, alla stessa ora, al Teatro Civico “Oriana Fallaci” di Ozieri, dove inaugurerà la Stagione 2019-2020 Cedac.
Sotto i riflettori l'eclettico attore, regista, sceneggiatore e conduttore Bardani (Premio Alice ai David di Donatello con il corto “Relatività”, cui segue il pluripremiato “Ce l'hai un minuto?”, tra gli interpreti di “Romanzo criminale” e “Ris Roma”, sceneggiatore per Christian De Sica per “Amici come prima”, autore e regista dello spettacolo “Il più bel secolo della mia vita”) e l'attore Montanari (il “Libanese” di Romanzo criminale), volto noto del grande e del piccolo schermo (Nastro d'argento nel 2015 come miglior attore per “Mala vita”, Premio Flaiano 2018 e miglior attore al Cannes international series festival 2018 per “Il cacciatore”), che interpretano due 30enni alle prese con le inquietudini e le “ansie” dell'inizio del Terzo millennio, con un'unica ferma convinzione: «Dobbiamo sistemare le cose… Ma domani però, tanto c’è tempo…». Il viaggio tra le inquietudini si svolge attraverso la conversazione dei due protagonisti, che si ritrovano più o meno “casualmente” davanti al tavolino di un locale, in un affastellarsi di pensieri e parole in libertà sulla condizione esistenziale e le prospettive, le aspirazioni e le frustrazioni di una folla di donne e uomini (quasi) “nel mezzo del cammin di nostra vita”, costretti a confrontarsi con le difficoltà ed i problemi del quotidiano, conciliando un destino di (stra)ordinaria precarietà con i loro sogni ed ideali.
Focus sul dramma di una generazione formatasi in un clima di forti contrasti culturali, economici e sociali, dopo la caduta del muro di Berlino e la fine della “guerra fredda”, in bilico tra ingenuità e cinismo, tra la necessità di impegnarsi e l'urgenza di cambiare il mondo, di lottare contro le ingiustizie e perseguire l'armonia tra i popoli e la fine delle illusioni, l'amara consapevolezza di essere semplici ingranaggi, umili e sacrificabili pedine in un gioco troppo complesso e dalle regole poco chiare sullo scacchiere internazionale. La pièce racconta attraverso lo sguardo dei due protagonisti le contraddizioni della società “liquida”, la solitudine e l'alienazione contemporanea, il valore dell'amicizia e l'importanza delle relazioni nell'era dei social network e della realtà virtuale, la rivendicazione dei propri diritti e della possibilità di scegliere in base ai propri interessi, le proprie inclinazioni e convinzioni invece di subire le imposizioni del “mercato” o le logiche della mera “convenienza”, orientandosi tra la diffusa propensione all'individualismo e la coscienza del “bene comune”.
Nella foto: Francesco Montanari ed Alessandro Bardani
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