Red
19 giugno 2020
Mater Olbia: 8 ore per tumore cerebrale complesso
L’intervento, molto delicato a causa della posizione del tumore e della cospicua dimensione della massa da asportare, è stato realizzato con successo su una paziente 68enne dall’equipe di Neurochirurgia coordinata da Alessandro Olivi e da Giovanni Sabatino

OLBIA - L’equipe di Neurochirurgia del Mater Olbia hospital, coordinata dal neurochirurgo di fama mondiale Alessandro Olivi, direttore dell'Unità operativa complessa di Neurochirurgia Fondazione Policlinico Universitario “Agostino Gemelli” Irccs, e dal responsabile del Reparto Neurochirurgia del Mater Olbia Giovanni Sabatino, ha effettuato con successo un intervento chirurgico per via craniotomica di asportazione con tecnica microchirurgica di un meningioma del forame magno. L’intervento, molto delicato a causa della collocazione e dell’ingente dimensione del tumore da trattare, è stato effettuato martedì ed è durato più di otto ore.
«La paziente trattata è una signora di 68 anni della provincia di Sassari portatrice dal 2014 di un meningioma localizzato in prossimità del forame magno, a stretto contatto con il tronco cerebrale. L’intervento eseguito rappresenta uno dei più complessi tra quelli che si possono oggi effettuare in neurochirurgia, e questo per un duplice motivo: da una parte la localizzazione profonda della lesione, per cui era molto difficile intervenire, dall’altra la dimensione molto cospicua della massa collocata proprio vicino al tronco cerebrale, dove hanno sede i centri che controllano diverse funzioni vitali, come quelle respiratorie, cardiocircolatorie, dei movimenti oculari, uditive e motorie», ha spiegato Olivi.
L’indicazione all’intervento chirurgico è arrivata dopo un'attenta valutazione multidisciplinare eseguita nell’Ambulatorio di Neurochirurgia del Mater Olbia ed alla quale la paziente è approdata dopo che gli esami radiologici di follow-up, eseguiti negli ultimi anni, documentavano un progressivo aumento dimensionale del tumore. L’intervento è stato completato con successo e in sicurezza, grazie anche alle più moderne tecnologie offerte dalla nuova struttura ospedaliera olbiese, tra le quali la presenza in sala operatoria di un microscopio di ultima generazione, la Tac intraoperatoria ed il monitoraggio neurofisiologico continuo delle funzioni vitali e l'aspiratore ad ultrasuoni.
«La presenza di queste strumentazioni di ultima generazione (sia dal punto di vista radiologico, per studiare in modo dettagliato l’approccio, sia da quello che noi chiamiamo “navigazione avanzata”, molto simile come concetto alla navigazione che usiamo per guidare l’auto) ci ha consentito durante l’intervento di identificare e salvaguardare tutte le strutture vitali su cui siamo intervenuti - ha continuato il neurochirurgo - Grazie alla Tac intraoperatoria tridimensionale, ad esempio, abbiamo avuto conferma in tempo reale, quando ancora la paziente era in sala operatoria, del buon esito dell’intervento e dell’assenza di complicanze emorragiche. La complessa operazione ha avuto una durata di circa otto ore. La paziente sta ora molto bene. Portata lentamente al risveglio, è stata sin dal giorno dopo in grado di comunicare e svolgere alcune semplici attività. E’ questo un segno molto importante, perché il Mater Olbia, grazie a una tecnologia particolarmente sofisticata e a un’organizzazione trasversale e multidisciplinare, ha consentito alla nostra equipe, coordinata anche da Giovanni Sabatino, di portare a termine questo tipo di intervento, tra i più complessi annoverabili in neurochirurgia».
Nella foto: un momento dell'operazione
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