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Red 30 giugno 2020
«Turismo in crisi, annaspano imprese»
Con il turismo in crisi, annaspano anche le imprese legate al settore. Il turismo esperienziale per mettere al centro del sistema gli artigiani. «Fare di tutto per aiutare il sistema produttivo a superare questo momento di grande criticità», Antonio Matzutzi e Daniele Serra, rispettivamente presidente e segretario della Confartigianato impresa Sardegna
«Turismo in crisi, annaspano imprese»

ALGHERO - Il turismo in Sardegna non decolla ed a soffrirne sono anche le 6.574 micro, piccole e medie imprese artigiane che a questo settore sono legate, soprattutto d’estate. Servizi turistici, ricettivi e della ristorazione, manutenzioni di alberghi e case private, benessere, agroalimentare, trasporti, attività culturali, ricreative e di intrattenimento, ma anche produzione e vendita di monili, artigianato artistico, abbigliamento e calzature, che danno lavoro ad oltre 30mila persone. Più di un'impresa su cinque, delle 35mila realtà artigiane della Sardegna, è legata, direttamente o con l’indotto, al turismo, alle vacanze ed allo svago, soddisfando le richieste dei 3,2milioni di arrivi e dei 15 milioni di presenze, registrati fino allo scorso anno. I dati arrivano dal dossier “Imprese e valore artigiano in Sardegna”, realizzato dall’Ufficio studi di Confartigianato Sardegna, che ha analizzato i comparti sardi del turismo e dell’artigianato attraverso i dati Istat, Unioncamere e Movimprese del 2019.

«Le piccole e medie realtà cominciano a percepire gli effetti economici, diretti e indiretti, della paura da CoronaVirus, con la conseguente contrazione del giro d’affari – commentano Antonio Matzutzi e Daniele Serra, rispettivamente presidente e segretario di Confartigianato imprese Sardegna – e sono fortemente preoccupate per le conseguenze dell’onda lunga che il virus potrà avere sull’economia regionale. Da ogni parte della nostra regione, continuiamo a ricevere quotidiane segnalazioni di rallentamenti o assenza di ordinativi, o della mancanza di clienti, soprattutto da quelle attività che lavoravano in simbiosi con alberghi e strutture turistiche. In ogni caso, vogliamo essere positivi e crediamo che la stagione possa essere recuperata, almeno in parte, con una importante campagna di comunicazione che accompagni il turista in tutti i dodici mesi, che faccia conoscere ancora di più i prodotti artigianali dell’agroalimentare e del tipico tradizionale, e che ampli le possibilità di svago da offrire ai turisti, tutto sempre nel massimo rispetto delle disposizioni in materia di sicurezza. Di questo parleremo presto con l’assessore regionale all’Artigianato Gianni Chessa, per condividere con lui questa nostra idea di ripartenza anche dal turismo legato all’artigianato. Il viaggiatore, infatti, non si accontenta più di ricordare il proprio viaggio, ma desidera delle esperienze autentiche da condividere e raccontare ed essere protagonista attivo, entrando in sintonia con la storia, la cultura e tradizioni del luogo che visita. E quindi le persone, gli stili di vita, gli oggetti quotidiani e i sapori si integrano perfettamente sia nel “turismo esperienziale” e con le nuove disposizioni sul distanziamento sociale».

Per Confartigianato Sardegna, una soluzione adeguata potrebbe essere rappresentata da un progetto che possa riunire le eccellenze artigiane e le tipicità artistiche ed agroalimentari di tutto il territorio sardo, con l’obiettivo di offrire un nuovo modello di turismo mettendo al centro dell’offerta gli artigiani locali, veri protagonisti del “Made in Sardegna” e punti di riferimento del territorio, che avrebbero l’opportunità di rilanciare la loro immagine diventando dei veri attrattori per borghi e centri storici. «L’attuale difficoltà delle piccole e medie imprese dovuta dall’emergenza sanitaria è sotto gli occhi di tutti – continuano Matzutzi e Serra - Per questo è necessario mettere in campo qualsiasi iniziativa per rilanciare l’artigianato locale, ovvero mettere al centro della proposta turistica la “piccola” bottega per valorizzare l’autenticità e le bellezze dei nostri territori». La vera “sfida”, quindi, sarà quella di “mettere in relazione” sia le attività prettamente turistiche della ricettività e della ristorazione, con quelle “originali” del mondo artigiano e dei suoi territori. «C’è bisogno che i due “mondi” si contaminino a vicenda – continuano presidente e segretario – che offrano esperienze originali, uniche e irripetibili. E’ necessario trovare un modo nuovo di fare
turismo, puntando sulle competenze dei nostri artigiani. Per questo, da subito, è fondamentale riuscire a raccontare il territorio esprimendo identità, tradizione, passione attraverso la qualità dei prodotti e offrendo attività sul campo pensate per trasmettere sapere, ma anche per affascinare e coinvolgere i visitatori che diventano protagonisti della creazione di un tesoro fatto a mano».

Nella foto: il presidente Antonio Matzutzi
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