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Red 30 novembre 2020
«Sanità Alghero, emergenza che si aggiunge a emergenza»
Giovanni Baldassarre Spano (presidente Comitato Uniti contro la chiusura dell’Ospedale Marino) e Paola Correddu (per il Comitato Acabàura) chiedono formale impegno al sindaco Mario Conoci, quale massima autorità sanitaria cittadina
«Sanità Alghero, emergenza che si aggiunge a emergenza»

ALGHERO - «Ad Alghero, ormai da troppo tempo, la sanità mostra condizioni di vera emergenza, limitata nelle sue conseguenze ulteriori solo dal senso di responsabilità degli operatori sanitari ospedalieri e del territorio, che svolgono il proprio lavoro nonostante le tante difficoltà. A gravare su questa situazione sono state le scelte infauste di chi, collocato nella stanza dei bottoni, ha depauperato le risorse umane già sotto organico, ridotto i posti letto, smantellato alcuni servizi, aumentato i tempi di attesa per visite specialistiche ambulatoriali ed esami diagnostici, nonché complicato le procedure amministrative, mostrando la più totale indifferenza nei confronti dei bisogni di salute di un’intera comunità. In buona sostanza, scelte politiche ed amministrative improvvide (passate e presenti), che hanno portato la situazione al punto critico che oggi è sotto gli occhi di tutti, le cui conseguenze si riversano sia sull’utenza che sugli operatori sanitari, mortificati nella loro professionalità». A dirlo, in una nota congiunta, sono Giovanni Baldassarre Spano (presidente Comitato Uniti contro la chiusura dell’Ospedale Marino) e Paola Correddu (per il Comitato Acabàura), in un momento nel quale «l’emergenza sanitaria contingente, legata alla diffusione del Sars-Cov 2, si sovrappone ed esalta questa emergenza strutturale, le cui cause nulla hanno a che vedere con il Covid-19.

«Alghero – proseguono - da troppo tempo è vittima di scelte politiche cagliaritane penalizzanti (mai veramente contrastate dagli amministratori locali, anzi subite in silenzio) che hanno determinato dapprima la distrazione dei finanziamenti per la costruzione di un nuovo ospedale e successivamente, impedito l’immediato riconoscimento a Dea di primo livello dell’Ospedale Civile. Parallelamente, le stesse hanno mortificato le specialità dell’Ospedale Marino, lasciato volutamente nel più completo abbandono programmatico, tanto da far sospettare che tale svalutazione possa essere finalizzata ad intercettare gli appetiti (mai sopiti) di taluni speculatori, che ben avrebbero appreso una dismissione della struttura. L’emergenza legata al Coronavirus ha investito come un uragano la sanità ospedaliera e territoriale già profondamente provate. Ciò ha reso l’offerta dei servizi e la presa in carico dei pazienti sempre più complicata a causa della mancanza di una strategia adeguata per contenere la diffusione del virus, ridurre il numero dei contagi, limitare il più possibile le ospedalizzazioni dei Covid positivi. Senza un’efficace pianificazione, quella che l’Assessorato regionale ed il commissario Ats avrebbero dovuto elaborare durante i mesi estivi, la nostra città rischia di essere travolta dal presente e di non avere un futuro. L’Amministrazione comunale, Maggioranza e Opposizione uniti, insieme a tutta la comunità, devono reagire per fronteggiare questo momento contingente, che rischia di lasciare segni permanenti nei servizi sanitari algheresi.

Per questa ragione, i due comitati chiedono formale impegno al sindaco Mario Conoci, quale massima autorità sanitaria cittadina: «Esigere che venga immediatamente nominato il nuovo responsabile di Distretto, selezionato fra candidati di area medica, con comprovata conoscenza del territorio, esperienza professionale, capacità gestionali, competenze adeguate, evitando nomine per affiliazione politica o carrierismo; riattivazione, nel più breve tempo possibile, della specialistica ambulatoriale con protocolli dedicati che tutelino la sicurezza degli operatori e degli utenti e con procedure di snellimento delle liste d’attesa attraverso un incremento del monte ore degli specialisti già convenzionati o attraverso la stipula di nuove convezioni a tempo determinato; archiviazione delle disposizioni aziendali attuali per l’accesso dell’utenza al Distretto, che rappresentano una violazione della privacy degli utenti, invitati a comunicare i propri bisogni a personale non sanitario stando fuori dalla porta, davanti a tutti, e la mortificazione dei medici di assistenza primaria, costretti a giustificare le proprie richieste con gli specialisti». E ancora, «attivare l’esecuzione, in maniera sistematica, di test rapidi (tamponi antigenici) attraverso la modalità drive in, o autonomamente o in collaborazione con il Distretto, vista la loro elevata attendibilità rispetto ai test sierologici molto meno affidabili e quindi inutili, al fine di poter fare uno screening di massa, identificando i positivi asintomatici da sottoporre a tampone molecolare ed eventuale isolamento, al fine di contenere la diffusione del virus; realizzare una raccolta dati il più possibile realistica, attraverso il coinvolgimento dei medici di medicina generale, del pronto soccorso e dei reparti ospedalieri, per conoscere il numero dei positivi, sintomatici ed asintomatici, posti in isolamento, e dei contatti stretti posti in quarantena, in modo da seguire l’evoluzione del contagio nel tempo, responsabilizzare e sensibilizzare maggiormente i cittadini, programmare una più intensa attività di controllo nelle zone dove più spesso si osservano assembramenti, assumere eventuali provvedimenti mirati, più restrittivi, qualora la situazione lo richiedesse».

«Chiedere all’Assl di Sassari l’immediato potenziamento dell’Usca operante nel nostro territorio attraverso l’incremento del numero dei suoi operatori o attraverso l’attivazione di una seconda unità, in modo da rendere più tempestivo il contatto con i sintomatici che necessitano di conferma della diagnosi e il monitoraggio dei positivi accertati in isolamento; rendere l’Ospedale Civile completamente No Covid – proseguono Correddu e Spano - dedicando la Terapia intensiva, appena attivata, ai pazienti risultati negativi al Coronavirus, riattivando tutti i posti letto delle varie specialità da destinare ai negativi che hanno necessità di ricovero, diagnostica e cura, creando all’interno del pronto soccorso due percorsi nettamente distinti, uno per i Covid+ e l’altro per i Covid-, con personale dedicato per ciascuno di essi, per evitare che il passaggio di un positivo ne determini la chiusura temporanea, come è già successo, e che aumenti il rischio di contagio in ambito ospedaliero; rendere reparto Covid solo il terzo piano dell’Ospedale Marino, inserendo anche dei posti di terapia intensiva dedicati e attivando tale reparto a patto che vi siano le professionalità adeguatamente formate e previste in una apposita programmazione scritta; creare un ingresso separato e una netta separazione rispetto al resto dell’ospedale; mantenere i restanti piani con attività destinate ai no Covid, evitando, in questo momento, qualsiasi trasferimento o, peggio ancora, sospensione di tutte le attività specialistiche dell’Ospedale Marino, di ricovero, day surgery e ambulatoriali; se si ha necessità di garantire ulteriori posti letto per i positivi al Coronavirus, ci si rivolga al Mater Olbia, ospedale molto più grande, attrezzato e moderno». Nello spirito di collaborazione e fattiva vigilanza, i due comitati «esortano ancora una volta il primo cittadino ad ascoltare il grido che si solleva dagli ospedali algheresi e dal territorio, impedendo che, ancora una volta, la sanità locale venga utilizzata come trampolino di lancio per costruire carriere ad hoc per politici o aspiranti a posizioni apicali all’interno dell’Azienda per la tutela della salute, a danno dell’intera comunità».
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