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5 marzo 2022
La lettera: Alberi e verde, così non va
Gianluca Nieddu scrive a nome di un folto gruppo di algheresi preoccupati per il verde in città, il decoro ed il futuro. « In particolare ci riferiamo al continuo abbattimento di alberi che sembra non avere fine». La lettera aperta

Non siamo un'associazione ambientalista e non facciamo politica, ma ci chiediamo se quello che sta succedendo da qualche anno a questa parte sia normale. In particolare ci riferiamo al continuo abbattimento di alberi che sembra non avere fine. Ultimamente solo tra le vie La Marmora e Sant’Agostino ne sono stati abbattuti a decine. Avvicinatomi agli operatori per chiedere i motivi di tali abbattimenti mi è stato risposto testualmente "sono malati". Gli stessi motivi sono stati riferiti per gli alberi della scuola “Sacro Cuore” un paio d'anni fa, pruni selvatici, un pino araucaria ed oleandri abbattuti perché "malati”. In via XX Settembre sono stati abbattuti diversi olmi, morti a seguito, a nostro parere, delle assurde potature subite negli ultimi 4/5 anni. Precisiamo che la pratica manutentiva nelle alberate di Alghero consiste infatti nel taglio netto del tronco delle piante a livello delle diramazioni dei rami principali, definito capitozzatura. Quello che affermiamo in maniera incontestabile è che quegli alberi non avevano problemi, ma che a seguito della capitozzatura si sono ammalati e poi sono morti. E' proprio la capitozzatura il problema, ovverosia il taglio indiscriminato del fusto, delle branche primarie o di grossi rami, che lascia l' albero senza foglie che sono gli organi attraverso i quali l' albero vive e può nutrirsi, come regola si dovrebbero lasciare almeno il 30% di foglie. Con i tagli al livello del fusto l’albero avvia un meccanismo di sopravvivenza dispendiosissimo, se lo stesso non possiede una riserva di energia sufficiente, il rischio che muoia o si ammali è altissimo. Un albero capitozzato è più vulnerabile agli insetti e alle malattie, figuriamoci se questa operazione viene effettuata quasi annualmente invece che una tantum, soprattutto se i tagli non vengono protetti con idonei mastici e disinfettanti. Ricordiamo che una signora dell’agro, qualche tempo fa proprio su queste pagine, ,rispondendo alle perplessità di qualcuno sui tagli così pesanti, con fare snob contro noi "metropolitani", difese questa operazione e la giustificò come una potatura di ringiovanimento, che sappiamo esiste, ma non ci dilungheremo qui a spiegare di cosa si tratta, ci limitiamo invece a dire che è una pratica che ha carattere di straordinarietà e che si effettua solo come extrema ratio.
La capitozzatura, che in arboricoltura è aspramente criticata, su Wikipedia viene definita così: la capitozzatura permette di potare un albero in circa mezz'ora e con personale poco qualificato, mentre una vera potatura eseguita attentamente può richiedere 2-3 ore…, con ciò si spiega forse la pratica che affligge le alberate cittadine. L'arboricoltura è una cosa seria, non crediamo che ci si possa dimostrare la bontà di questo lavoro e, se questo è un lavoro ben fatto, ci chiediamo come sia un lavoro fatto male. Se le potature si eseguono così ci dobbiamo aspettare quindi che, prima o poi, anche i lecci dei giardini pubblici debbano subire lo stesso trattamento, o addirittura la stessa Pineta di Maria Pia. La pratica dei tagli e abbattimenti senza senso non si limita agli alberi, poiché ad esempio ai giardini "Lepanto" qualcuno ha pensato bene di far abbattere una trentina di metri di una bellissima e sanissima siepe di pitosforo e alla nostra domanda su come mai stessero effettuando quei tagli, aspettandoci come risposta "è malata", ci veniva detto invece che il taglio era stato imposto per evitare ad un homeless di dormire lì la notte, siamo conseguentemente rimasti sconcertati, quindi parrebbe lecito demolire anche i portici delle scuole medie, i ponti e qualsiasi altro possibile riparo prima che qualche sfortunato senza tetto pensi di passarci la notte!. Non sappiamo cosa abbiano ora in progetto, ma sembrerebbe che il verde sia un problema da eliminare più che un arricchimento del decoro urbano, e che quando vediamo questi lavoratori, con le loro divise da lavoro antinfortunistiche, bardati di tutto punto, con protezioni ed occhiali fascianti, armati di rombanti motoseghe, stile giustiziere della notte, approcciare con ghigno minaccioso quelle povere piante ci preoccupiamo, per poi realizzare che, ahimè, anche quegli alberi sono stati abbattuti, e spesso con tanto di marchi di fabbrica,. Su tanti di questi monconi infatti si possono spesso leggere incise sul tronco le iniziali dell’esecutore, quasi sempre "CP" e altre volte "A".
In via Sant Agostino, ad esempio hanno definitivamente abbattuto un albero che a fatica, dopo anni di sevizie si stava riprendendo, era un moncone da tempo, ma stava riuscendo a rinascere, aveva già riprodotto 3 rametti che faticosamente stavano crescendo, anche se un po’ storti. Potremmo continuare con gli alberi abbattuti proprio ultimamente negli ex campi da tennis oppure con quelli abbattuti pochi anni fa al comando dei Vigili Urbani, per fare posto alle macchine dei vigili che non potevano certo parcheggiare sotto i pini e che comunque non ci parcheggiano tutti neanche adesso, visto che non ci sono mai più di 3 o 4 auto li dentro, e non sono fruibili neanche per gli utenti che si recano li, in più hanno posto il divieto anche su il fronte strada, con la penuria di parcheggi che abbiamo. Insomma, in un momento storico in cui dappertutto si parla di riqualificazione del verde, dell'importanza e dei benefici che questo ha sulla qualità della nostra e vita, quando balza agli occhi di tutti quanto più bella e vivibile sia un'area alberata e verde, noi devastiamo la città e la trasformiamo in un cimitero di aiuole piene di monconi a mo' di lapidi che sembra di passeggiare in un paesaggio post-atomico e tutto questo senza suscitare indignazione neanche da chi è pronto a scandalizzarsi per un filo d'erba spostato a patto che questo sia fuori città, magari a Punta Giglio oppure lungo le spiagge, perché quello è verde di serie A, mentre in città siamo in serie B.
Siccome abbiamo timore che altri alberi si "ammaleranno" e verranno abbattuti nel breve periodo, proponiamo di acquistare una sega tronchi per trasformare questi alberi in arredi urbani. panchine pensiline ecc, almeno si darebbe un senso a tutto questo, piuttosto che farli finire in chissà quali BBQ. Tornando al verde vorremmo aprire una parentesi in merito a quanto dichiarato dall’Assessore Montis proprio su queste pagine: «La sperimentazione attivata proficuamente da oltre un anno e mezzo con l’istituzione dei divieti di sosta, con cartellonistica fissa in diverse vie del territorio comunale nei giorni e orari prestabiliti per l’effettuazione del servizio di spazzamento stradale riguardava alcune vie urbane alberate, caratterizzate in alcuni periodi dell’anno da un ingente presenza di fogliame e che necessitavano di una più accurata pulizia. La soluzione adottata ha garantito un buono standard di pulizia dal fogliame delle strade, favorendo e agevolando gli interventi della ditta incaricata». Dato quindi che non ci sono piu' foglie e sempre meno alberi, crediamo che tali divieti possano e debbano essere rimossi così da avere a disposizione più parcheggi notoriamente insufficienti. Infine un consiglio, abbiamo una facolta' di agraria a pochi passi, si potrebbe interpellare qualche docente esperto di arboricoltura e nel frattempo lasciare in pace queste povere piante per un po' e dedicarsi alla ripiantumazione ed alla riattivazione delle aiuole spoglie o addirittura tombate.
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