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Cor 2 giugno 2008
«La "vela" che non c’è: troppi brutti casermoni»
Secondo Luciano Deriu di Legambiente Alghero possiede i requisiti naturali e storici per avere cinque vele ma bisogna fare di più in tema di politiche ambientali
«La

ALGHERO - «Un risultato “estremamente soddisfacente” per i nostri amministratori le quattro vele ad Alghero della Guida Blu di Legambiente e del Touring Club Italiano, edizione 2008. Noi siamo un po’ meno soddisfatti. Perché Alghero possiede i requisiti naturali e storici per avere cinque vele. La Guida riconosce infatti le peculiarità dei paesaggi incontaminati, la straordinaria esclusività culturale e linguistica miracolosamente conservata, l’identità irripetibile della città antica». Così Luciano Deriu, che da ragione al Sindaco, il quale nel commentare il risultato ricorda che una quantità di opere pubbliche sono state realizzate negli ultimi anni, ma lo “bacchetta” in tema di politiche ambientali. «Noi dobbiamo ricordare anche ciò che non è stato fatto –continua il referente locale di Legambiente- non è stato incrinato il devastante modello di espansione urbana, fatto di case vuote, di prezzi assurdi e di altissimo impatto ambientale. Permane e si rafforza un modello invasivo che continua a coprire la città di brutti casermoni, mentre confina gli algheresi nei paesi limitrofi. Si saturano gli ultimi spazi, dando il nome di riqualificazione ambientale ad interventi di pura edilizia commerciale. Così nell’area Giordo, ma non solo. Un cartello di costruttori da decenni decide la qualità urbana della città. Essi fanno il loro mestiere che è quello di creare profitto, non di perseguire il bene comune, che è invece la missione degli amministratori. I decisori politici devono fornire nuovi percorsi e strumenti capaci di qualità e di futuro, ristrutturazioni, tipologie congrue e non impattanti, alternanza di vuoti-pieni, prezzi sostenibili con l’inserimento di nuove aree e di interventi di edilizia pubblica e convenzionata –spiega Luciano Deriu- i nuovi percorsi ancora non si vedono, lo strumento si chiama Piano Urbanistico Comunale, ma non è arrivato, mentre le energie dei nostri amministratori sono assorbite nella defatigante battaglia degli incarichi». Per Deriu anche la gestione delle coste attende qualche risposta. «Le nostre coste sono fortunatamente in gran parte integre. Ma rimane un accaparramento privatistico senza rispetto per i diritti dei residenti, come dimostrano i molti esempi di Las Tronas, del Burantì, di Sant’Imbenia e del proliferare di recinzioni interdette alla fruizione pubblica, al limite della legalità. Anche i diritti della natura –conclude Deriu- sono spesso a rischio dove le recinzioni di spiaggia guadagnano terreno a danno del ginepreto e dei sistemi dunali di Maria Pia. In un programma politico che si dichiara amico dell’ambiente sono ancora tante le questioni inattese. Sono la quinta vela che non c’è».

Foto d'archivio



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