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Ign 9 giugno 2008
Milano, arrestati per omicidio medici di una clinica privata
Eseguite dalla Guardia di Finanza 14 ordinanze di custodia cautelare - due in carcere e 12 ai domiciliari - a vario titolo per truffa, lesioni e omicidio volontario con l´aggravante della crudeltà. Casi di tubercolosi curata con l´asportazione dei polmoni
Milano, arrestati per omicidio medici di una clinica privata

MILANO - Medici di una casa di cura fermati per omicidio. E' una delle accuse per cui i militari del Nucleo provinciale della Polizia tributaria della Guardia di Finanza di Milano hanno eseguito questa mattina 14 ordinanze di custodia cautelare, due in carcere e 12 agli arresti domiciliari, nei confronti di alcuni medici ed ex dirigenti di una clinica privata del capoluogo lombardo. Agli arresti sono finiti 13 medici della clinica Santa Rita e il rappresentate legale della casa di cura. Tra le accuse contestate dalla Procura del capoluogo lombardo vi sono la truffa al sistema sanitario nazionale, lesioni personali e l'omicidio volontario con l'aggravante della crudeltà. Secondo quanto emerge, è coinvolta un'intera équipe del reparto di Chirurgia toracica; a finire in manette sono stati i medici Pietro Presicci e Pier Paolo Brega Massone. Ci sono inoltre 10 casi di tubercolosi curata con l'asportazione dei polmoni nell'inchiesta milanese sulla clinica Santa Rita. Un'inchiesta che ha permesso di far luce su interventi chirurgici definiti dagli inquirenti "inutili, dannosi, avventati, inspiegabili nei confronti di ignari pazienti". E tra i casi presi in esame dalla Procura di Milano anche quello di una 92enne che ha subito per tre volte in 7 mesi un'operazione al seno ed è morta sotto i ferri. Complessivamente sono circa 4mila le cartelle sequestrate e 88 i casi di lesioni gravi e gravissime nei confronti del personale della casa di cura. E sono 5 i casi di omicidio volontario contestati al personale finito in manette. Tra rimborsi indebiti e ricoveri prolungati, è di 2,5 milioni di euro l'importo complessivo della truffa al Sistema sanitario nazionale che la casa di cura avrebbe messo a segno a partire dal 2007. Secondo l'accusa il personale della casa di cura avrebbe falsificato le cartelle cliniche affermando la sussistenza di patologie e necessità terapeutiche allo scopo di chiedere alla Regione Lombardia e al Servizio sanitario nazionale un rimborso superiore a quello dovuto, per gli anni 2005 e 2006. Diverse anomalie sono state evidenziate in alcuni reparti della struttura sanitaria (riabilitazione, oculistica e chirurgia toracica) con ricoveri molto superiori rispetto a quelli messi in atto in altre strutture.



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