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Cor 15:20
«Accanimento contro il beach club»
L´amministratrice della società Bagni del Corallo di Alghero, Valentina Russo, prende posizione dopo il sequestro del beach club A-Mare: Riteniamo tutto ciò inaccettabile in uno stato di diritto e con massima fiducia nella magistratura ci rimettiamo alle sedi competenti per il pieno accertamento della verità
«Accanimento contro il beach club»

ALGHERO - «In data 16 maggio, su richiesta della Procura, il Gip ha nuovamente sequestrato il beach club A-Mare che, dopo gli enormi danni economici e occupazionali subiti lo scorso anno, si accingeva a riaprire per la stagione balneare con nuove autorizzazioni. Con i lavori iniziati da poche ore, la tempistica ha il sapore di un accanimento feroce nei confronti di una attività che, con spirito leale collaborazione e trasparenza, ha visto negli scorsi mesi il rilascio di ben due nuove concessioni demaniali, che autorizzano oltre allo stabilimento anche la somministrazione di bevande ed alimenti; Concessioni rilasciate al termine di due Conferenze di Servizi che hanno visto coinvolti oltre venti enti, statali, regionali e comunali, i quali hanno tutti rilasciato rinnovate autorizzazioni per l’anno in corso. Il solo fatto che, nel corso del procedimento penale avviato dalla Procura, oltre venti dirigenti pubblici abbiano confermato le autorizzazioni, da solo basterebbe a spiegare quale ingiustizia stiamo subendo insieme a tutti i nostri dipendenti e fornitori». L'amministratrice della società Bagni del Corallo, Valentina Russo, prende posizione dopo il sequestro di venerdì al Calabona di Alghero [LEGGI].

«Ma le numerose autorizzazioni evidentemente non sono bastate alla Procura per permetterci di riaprire, né a fare una doverosa riflessione sui gravissimi provvedimenti adottati lo scorso anno.
Nel sequestro dello scorso anno ci si accusava: che le strutture non fossero amovibili (da qui il reato di abuso edilizio); ebbene abbiamo ampiamente dimostrato sia nella realtà che nei procedimenti amministrativi che lo fossero, lasciando le aree libere e intonse in pochi giorni; che fossimo sprovvisti di autorizzazione paesaggistica, nonostante gli stessi enti preposti al rilascio della stessa avessero esplicitamente escluso occorresse; Ebbene quest’anno, oltre ad essere chiaramente scritto nelle nuove autorizzazioni che la autorizzazione paesaggistica non occorra, persino la PG ha verificato che tale autorizzazione non sia mai servita, come dimostra la SIT allegata al sequestro;
3. ci si accusava di aver spianato gli scogli rovinato irrimediabilmente l’area in concessione; Ebbene chiunque ha potuto verificare in questi mesi che non esistono scogli spianati e nemmeno scalfiti, ma anzi l’area risulta sistemata ed arricchita di flora autoctona come ha accertato l’ufficio Tutela del Paesaggio con apposito verbale di sopralluogo».

«Se avessimo, commesso abusi edilizi (con opere precarie?!) o scavato gli scogli come sostiene la Procura, qualcuno pensa che ci sarebbero state rilasciate nuove autorizzazioni? Che oltre venti enti ed autorità indipendenti non avrebbero accertato anche solo in minima parte quanto sostenuto dalla PG? Oggi, con un accanimento senza precedenti, qualcuno cerca evidentemente di difendere i gravissimi provvedimenti cautelari emessi lo scorso anno, che via via si stanno rivelando ingiusti e basati su elementi di fatto inesistenti. Basti pensare che l’accusa di aver scavato gli scogli non è presente neanche una foto nel fascicolo. Un atteggiamento, quello della Procura, che appare ancora più grave dopo che la stessa si è perfino opposta alla richiesta di incidente probatorio per la verifica in contraddittorio dello stato della scogliera asseritamente danneggiata; La realtà è che la scogliera è perfettamente integra, come in questi mesi ha potuto vedere una intera comunità che oggi è testimone di questa triste pagina giudiziaria, in cui Procura e PG dimostrano una insolita attenzione per la nostra struttura, che pur essendo una semplice pedana in legno uguale a tante altre nella zona, è stata oggetto di due sequestri con impiego di circa quaranta militari, vari mezzi ed addirittura un elicottero. Riteniamo tutto ciò inaccettabile in uno stato di diritto e con massima fiducia nella magistratura ci rimettiamo alle sedi competenti per il pieno accertamento della verità» chiude la nota.
16/5/2025
Ancora problemi per lo stabilimento sulla scogliera del Calabona ad Alghero, da pochi giorni in fase di montaggio. Questa mattina il blitz dei carabinieri per conto della Procura della Repubblica di Sassari



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