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L.P.
10 luglio 2009
Eni, Cappellacci all´attacco
Il Presidente di Regione chiede che l´Eni faccia marcia indietro sulle decisioni per Porto Torres e che il Governo intervenga al più presto

CAGLIARI - Il Presidente Ugo Cappellacci ha diramato una nota stampa nella quale fa il punto sulla situazione dell’Eni. E comincia la sua lettera aperta con una citazione:
''La democrazia non è soltanto espressione di libera iniziativa ma anche approfondimento della dignità umana nel suo pieno significato, nelle sue integrali aspirazioni ed esigenze, nella sua spinta di espansione e di partecipazione ai beni del mondo”. Queste parole, attualissime, risalgono a ben 50 anni fa, dice Cappellacci, esattamente al 3 ottobre del 1959 a Milano, e a pronunciarle fu Aldo Moro.
«Oggi come ieri racchiudono, nella loro stringente attualità, il senso di sgomento e angoscia che negli ultimi tempi ci accompagna. Qualcuno da martedì scorso, nella sede dell’Eni, e non importa se un top manager o un semplice burocrate esecutivo, ha suonato le “campane”, annuncio di un funerale, ma a Porto Torres non ci sono morti, ci sono, invece, tante famiglie, padri, madri, giovani che si interrogano sul presente e sul futuro», dichiara Cappellacci.
«Oggi la rabbia, legittima, è stata portata in piazza, afferma il Presidente, la situazione che si è creata è un autentico sopruso civile che noi non possiamo assolutamente accettare e che, con la forza e unità d'intenti manifestata mercoledì a Roma e ribadita da tutti in queste ore, respingiamo al mittente. La Sardegna non fa più sconti a nessuno.»
Cappellacci, poi, si rivolge ai dirigenti della società petrolifera e al Governo nazionale «comprendano i vertici dell'Eni, che devono immediatamente fare marcia indietro sulla decisione presa per Porto Torres, ma anche il Governo che non può più consentire in alcun modo che un'azienda di cui lo Stato è azionista incameri profitti miliardari e lasci solo macerie e devastazioni sociali.»
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