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A.B. 8 ottobre 2009
Crisi Petrolchimico: Consiglieri all'attacco
Cuccureddu, Floris e Mulas, del Gruppo Misto, commentano la situazione e le decisioni dell’Eni. «In mancanza di iniziative valide è opportuno che abbandoni il territorio dando avvio alle opere di bonifica»
Crisi Petrolchimico: Consiglieri all'attacco

CAGLIARI - «Ci risiamo. Gli impegni che l’“Eni” aveva assunto in un primo tempo per tentare di salvare le sorti dell’industria chimica sono stati puntualmente disattesi. Non dobbiamo quindi sorprenderci se si devono affrontare situazioni che vedono reazioni scomposte dettate dalla rabbia sociale generalizzata».

Questo il primo commento di Mario Floris, Franco Cuccureddu, Massimo Mulas, consiglieri regionale inseriti nel Gruppo Misto, che si dichiarano assai preoccupati soprattutto per gli intendimenti che propongono il potenziamento logistico, che contempla la costituzione di un deposito costiero di ingenti dimensioni, che di per sé, penalizza fortemente lo sviluppo di altre attività legate alla nautica ed alle iniziative di carattere mercantile.

«Non possiamo sottovalutare – proseguono - l’evidenza che attività che recano profitto unicamente all’Eni possano esser date come contropartita, in cambio dell’accettazione passiva di un lento smantellamento degli impianti produttivi. Dalle lusinghiere promesse si è giunti alle pesanti minacce alle quali siamo, ormai, abituati quando la società petrolchimica non riesce a mantenere fede a ciò che aveva concordato con le parti sociali e le istituzioni».

Per i tre consiglieri, l’incongruenza è palese: «come si può pensare al risanamento della chimica se si instaurano dei comportamenti tesi a vanificare l’intero il lavoro di ciò che è stato realizzato fino a quel momento con difficoltà? Il fulcro del problema si può riassumere nell’intenzione da parte di Eni di vendere a “Vinyls”, società in amministrazione controllata, per consentire l’avvio dei macchinari, la materia prima per produrre il pvc ad un prezzo talmente esiguo da mettere in ginocchio la società. Le ripercussioni di questa ennesima presa di posizione si rivelerebbero drammatiche sul piano occupazionale perché coinvolgerebbero tutte le maglie del processo produttivo».

A questo punto, Cuccureddu, Floris e Mulas, si aspettano che l’Eni, una volta per tutte, faccia chiarezza sugli obiettivi e gli strumenti che intende attivare per concludere quella che ormai è diventata una storia infinita. In modo che la condizione di degrado che già ampiamente investe questo comparto non divenga, col passare del tempo, una situazione di non ritorno.

«In mancanza di iniziative valide – sottolineano – è opportuno che abbandoni il territorio dando avvio alle opere di bonifica, come previsto per legge e non per loro gentile concessione, in quanto costituisce un atto dovuto per rimediare almeno in parte ai danni causati in passato dall’inquinamento ambientale. Mi auguro che chi è preposto a queste trattative, non lasci nessuna strada non battuta e, inoltre, dia spazio all’iniziativa di chi si candida con l’intenzione di migliorare e prendere in mano le sorti di questa rilevante realtà industriale. Dal canto nostro ci impegneremo in ogni modo, senza false promesse, a sostegno di tutti quelli che si aspettano dalla politica una seria risposta».
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