Red
30 marzo 2010
Provincia di Sassari contro il nucleare
Con uno specifico ordine del giorno, anche i Consiglieri della Provincia di Sassari esprimono contrarietà alla ripresa della produzione di energia nucleare in Italia e alla costruzione di nuove centrali nucleari in Sardegna

SASSARI - Anche i Consiglieri della Provincia di Sassari esprimono contrarietà alla ripresa della produzione di energia nucleare in Italia e alla costruzione di nuove centrali nucleari in Sardegna e nel resto dell’Italia, e si dichiarano anche contrari "all’uso del territorio della Provincia di Sassari e della Sardegna quale luogo di transito, smaltimento e stoccaggio delle scorie nucleari e di materiali radioattivi o contaminati da radiazioni". Questo è il contenuto di un ordine del giorno presentato per la discussione in Consiglio da Alba Canu, prima firmataria, Carmelo Piras, Gianni Carbini, Gian Nicola Cabizza, Paolo Battino, Giommaria Deriu, Gavino Sechi, Nicola Sanna, Gianfranco Strinna, Michele Pala, Antonio Tanca, Angelo Pirisi, Giovanni Ruiu, Enzo Mastino, Luigi Carta, Michele Calaresu, Angelo Benenati, Gaetano Ledda.
"Sin dal 1987, attraverso uno specifico referendum il popolo italiano si è comunque pronunciato sulla fine della produzione di energia nucleare nel nostro Paese", si legge nel documento, nel quale si sottolinea anche che sia durante l’Amministrazione di centro sinistra guidata dal Presidente Soru sia nelle dichiarazioni programmatiche rese dall’attuale Presidente della Regione Cappellacci nella seduta consiliare del 20 marzo 2009, è stato sempre rimarcato l'impegno ad inserire tra le priorità dell'azione di governo la creazione di un polo ambientale di ricerca, sperimentazione e produzione di energia da fonti rinnovabili e il riconoscimento dell'esigenza e della volontà che tutto il territorio della Sardegna resti denuclearizzato.
Il "no al piano nucleare" - ribadiscono i Consiglieri - è venuto dalla Conferenza Stato Regioni del 27 gennaio 2010 e da quasi tutte le regioni sull'onda dei ricorsi alla Corte Costituzionale presentati da 11 amministrazioni regionali (Basilicata, Calabria, Emilia Romagna, Umbria, Lazio, Puglia, Liguria, Marche, Piemonte, Molise e Toscana), che hanno rilevato profili di incostituzionalità nelle procedure previste per la definizione dei siti e per i processi autorizzativi delle centrali. Altre 4 Regioni, tra cui la Sardegna e Sicilia, hanno dato il loro sostegno al ricorso, approvando nel contempo OdG sulla necessità di attuare ogni misura atta ad impedire la costruzione di centrali elettriche nucleari e la localizzazione di depositi per lo stoccaggio delle scorie provenienti da reattori a fissione nei propri territori.
Nell'Odg i Consiglieri sollecitano la Giunta Regionale a mettere in atto ogni utile azione legislativa e amministrativa per impedire la costruzione di centrali elettriche nucleari e la localizzazione di depositi per lo stoccaggio delle scorie provenienti da reattori a fissione nell’intero territorio della Sardegna, e a prevedere l’aggiornamento del Piano Energetico Regionale promuovendo un maggiore ricorso alle fonti energetiche rinnovabili, anche con un forte sostegno all’azione degli Enti Locali, dell’impresa e del rinnovabile diffuso. Affermano inoltre che una corretta politica energetica deve basarsi anzitutto sulla riduzione dei consumi mediante l’eliminazione degli sprechi e l’aumento dell’efficienza energetica, a cui deve aggiungersi una visone strategica sullo sviluppo dell’energia solare e delle altre energie rinnovabili.
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