S.A.
30 giugno 2010
«Hard discount del federalismo demaniale»
Così, le associazioni ecologiste Gruppo d´Intervento Giuridico e Amici della Terra, commentano le indiscrezioni sul primo elenco provvisorio diffuso dall´Agenzia del Demanio relativo al "federalismo demaniale"

CAGLIARI - «Beni demaniali trasferiti gratuitamente dallo Stato alle Regioni, alle Province, ai Comuni previa individuazione con specifici decreti del Presidente del Consiglio dei Ministri. Beni da trasferire alle Autonomie locali per fare cassa, per il risanamento del debito pubblico».
Così, le associazioni ecologiste Gruppo d'Intervento Giuridico e Amici della Terra, commentano le indiscrezioni sul primo elenco provvisorio diffuso dall'Agenzia del Demanio relativo al "federalismo demaniale", in base al decreto legislativo 28 maggio 2010, n. 85 approvato dal Consiglio dei Ministri in attuazione della legge n. 42/2009 (art. 19).
«E’ pura follìa - dicono - è la nuova oscena svendita dei beni pubblici dopo le sciagurate operazioni di cartolarizzazione e svendita di beni pubblici già viste nel recente periodo. Speculatori d’ogni risma tenteranno di approfittare della svendita pronta cassa del semaforo di Capo Spartivento o della batteria di Arbuticci a Caprera».
Secondo le associazioni non sarebbero nemmeno chiare le problematiche giuridiche inerenti la dismissione della funzione demaniale. «Basti pensare che diversi statuti speciali – in particolare quello sardo (legge costituzionale n. 3/1948, art. 14) – prevedono la successione del demanio e patrimonio regionale in caso di dismissione statale». Oltre al fatto che si tratta di norme di rango costituzionale che non possono certo esser modificate da leggi ordinarie e relativi decreti legislativi attuativi.
«Il decreto legislativo n. 85/2010 - spiegano -, contrasta palesemente con l’art. 14 dello statuto speciale per la Sardegna e la Giunta Cappellacci farebbe bene a impugnarlo davanti alla Corte costituzionale. E' qui che dovrebbe manifestarsi, in un’insperata epifanìa, la spina dorsale dritta del Presidente della Regione e dei coraggiosi indipendentisti della sua maggioranza di governo regionale».
Nella foto: Il premier Berlusconi e il Governatore Cappellacci
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