Red
2 febbraio 2011
Sciopero Generale il 25 marzo 2011
Di seguito la piattaforma rivendicatica dei sindacati Cgil-Cisl-Uil a firma Antonio Rudas, Gavino Carta, Francesca Ticca

SASSARI - La condizione di migliaia di persone che vivono nel territorio è ulteriormente peggiorata a causa di una crisi che ha sprigionato i suoi effetti negativi sulle problematiche pre-esistenti, accentuandone la cronicizzazione. L’aggravarsi della situazione nel comparto industriale, dovuta principalmente al progressivo ridimensionamento delle produzioni chimiche di base, nonché all'allarmante ripensamento
di E-ON ad effettuare gli investimenti già concordati, contribuiscono a impoverire l’economia territoriale, già fortemente sbilanciata sulle attività non produttive e meramente consumistiche. Persino il settore delle costruzioni, che durante le diverse fasi di crisi congiunturali assumeva la funzione di valvola di sfogo, è coinvolto da un inedito fenomeno di declino produttivo, colpevolmente alimentato dal mancato avvio di importanti infrastrutture, che si caratterizza con lo scandalo della strada Sassari-Olbia, declinato come il simbolo più evidente, ma non esclusivo, del disimpegno del Governo Nazionale e Regionale verso il Nord Sardegna.
La crisi strutturale nelle campagne è peraltro uno degli elementi più significativi dell’incapacità del sistema Sardo a valorizzare le proprie
risorse e vocazioni. Infatti l’importazione abnorme di derrate agro-alimentari che continua a crescere, denota l’incapacità a ridisegnare un modello di sviluppo più equilibrato ed eco-sostenibile. Peraltro le inefficaci politiche dell'accoglienza non sono in grado di canalizzare al meglio i flussi turistici, la mancata valorizzazione delle risorse ambientali e culturali, ne sono la testimonianza più evidente. Il parco Nazionale dell’Asinara quello regionale di Porto Conte, le stesse terme di Castel Doria, il lido Iride, tutta la fascia costiera, dovrebbero essere, contrariamente a quanto avviene, gli elementi valoriali, di una mirata politica di intervento, ad oggi quasi inesistente. D’altro canto le aree interne della provincia, che stanno subendo un lento ma costante declino economico e demografico, andrebbero ripensate in termini sistematici, individuando nuove e più appropriate filiere produttive, anche di nicchia, le quali possono avere possibilità
di successo se messe in relazione con lo sviluppo delle produzioni della
nostra campagna, nell’ambito di un progetto complessivo da integrare con l'offerta turistica delle aree costiere che a loro volta dovrebbero puntare sulla cosiddetta economia del mare.
Ma le premesse dello sviluppo vanno create innanzi tutto agendo su alcuni nodi strutturali, tra cui quello delle infrastrutture e delle reti, il Porto, l’aeroporto, il rifacimento della 131 da Macomer a Sassari, la continuità territoriale delle merci il miglioramento di quella per le persone, rappresentano ineludibili punti di interesse su cui canalizzare con più determinazione le nostre attenzioni e rivendicazioni. Tuttavia l’infrastruttura primaria senza la quale niente sarebbe possibile realizzare, è quella della conoscenza: istruzione, ricerca e formazione, devono divenire e non solo a parole, il terreno di impegno fondamentale delle nostre politiche. Per questo occorre rispondere con la dovuta sensibilità all’attacco senza precedenti, che viene portato al diritto allo studio, la cui difesa non può essere delegata a nessuno, nemmeno alle nostre federazioni di categoria che pure su tale versante sono mobilitate da mesi. Così come bisogna trovare il coraggio di affrontare l'ormai evidente declino dell'offerta sanitaria, che nel territorio assume una certa peculiarità negativa anche per interessi di alcuni potentati del settore, tendenti a privilegiare nuove strutture sanitarie convenzionate.
Ma la vera riforma di cui in pochi parlano è quella che deve portare a scindere l'indirizzo politico da quello gestionale, riassorbendo così quelle sacche di clientelismo, che fanno della più grande azienda territoriale la sua palla al piede. Infatti La caduta verticale della qualità del servizio sanitario, in parte funzionale a tale sistema, si aggiunge alle carenze strutturali nel socio assistenziale con il duplice effetto di penalizzare soprattutto la popolazione anziana. Non si può a tale proposito non evidenziare come proprio gli anziani e i giovani costituiscono oramai quella parte della popolazione più disagiata ed esclusa. Lo dimostra il triste primato che proprio la nostra provincia detiene a livello nazionale sulla disoccupazione giovanile, per non parlare della condizione femminile, ancora ben lungi dall'essere risolta. Per questo Come OO.SS territoriali, rivendichiamo un piano straordinario e innovativo per l'occupazione giovanile e femminile, da integrare con progetti formativi finalizzati all'impiego.
La coesione sociale si realizza infatti puntando a dare risposte partendo dal basso, ovvero fornendo opportunità ai più bisognosi, in tal senso occorre unitamente ad un piano straordinario per l'occupazione, un nuovo sistema di welfare territoriale, aprendo finalmente le porte alla negoziazione sociale per la quale Cgil-Cisl-Uil, forti della loro cultura imperniata sulla solidarietà, intendono mettersi in campo in primo luogo per contrastare il fenomeno della povertà, economica, culturale e motivazionale. Fenomeno che affligge ormai una larga parte della Popolazione e ne inibisce in certa misura la partecipazione democratica. Per questo vanno messe in atto politiche appropriate e risolutive. Le inedite discriminazioni contro le persone più deboli e vulnerabili, che dopo gli episodi di Alghero e recentemente di Sassari, ci consegnano un nuovo e per noi sconosciuto problema di intolleranza verso i migranti, suggeriscono una integrazione effettiva e non compassionevole. Comunque l'insieme di queste criticità possono essere meglio comprese, attraverso la misurazione della carenza dei posti di lavoro.
Il lavoro che non c'è rappresenta infatti il problema dei problemi, la cui soluzione, anche parziale, potrebbe consentire l'abbattimento e il superamento di una parte considerevole dei problemi. CGIL-CISL-UIL rilevano inoltre che la costruzione di nuovi posti di lavoro deve sfuggire dalla logica meramente assistenziale, per questo “ fino a quando il territorio nel suo complesso non sarà riuscito finalmente ad elaborare il lutto per la morte del vecchio modello di sviluppo, non ci saranno le condizioni per affrontare compiutamente la questione relativa alle sue alternative” Naturalmente lo sviluppo effettivo e auto – propulsivo ovvero quello capace di innescare processi di crescita duratura, non può fare a meno di strumenti finanziari e del credito agevolato, oggi soffocato dalle speculazioni internazionali di buona parte della finanza occidentale. In questo ambito diventa anche per il Sassarese pregiudiziale l'esito della battaglia sulle entrate e la ridefinizione con lo Stato e L'Europa di un nuovo patto, in grado di cogliere la peculiarità insulare, tramutandola da handicap in opportunità. Peraltro senza il ritorno al concetto di programmazione degli interventi, abortiti dalla politica della ormai agonizzante seconda Repubblica, le poche risorse disponibili saranno sprecate e/o inutilizzate. Tutto ciò considerato, Cgil-Cisl-Uil convinti che il cambiamento è possibile nella misura in cui le genti facciano la loro parte, devono e vogliono tornare a promuovere una nuova fase di mobilitazione, che per determinare effetti positivi, deve essere intesa come impegno costante, volto al raggiungimento di risultati tangibili e concreti.
A tale scopo a partire da oggi, viene proclamato lo stato di agitazione dell'intero territorio che già dalle prossime settimane produrrà iniziative di lotta da articolarsi settore per settore. Cgil-Cisl-Uil, promuoveranno inoltre, assemblee popolari tendenti a coinvolgere lavoratori e studenti, genitori e pensionati, in preparazione dello sciopero generale che in assenza di risposte adeguate, verrà rivolto oltre che al Governo Nazionale e Regionale, già inadempienti, anche verso le amministrazioni locali, le quali stentano a costruire un modello di Governance condiviso delle problematiche del territorio. Criticano in tal senso, il mancato avvio del tavolo di confronto territoriale già richiesto da mesi, nonché la presa di posizione e persino l'invasione di campo su temi che sono ancora prima della politica, di pertinenza delle parti sociali. Tutto ciò detto e considerato, le segreterie confederali territoriali, accogliendo la richiesta dei quadri e dei delegati di tutte le categorie, avanzata
lo scorso 12-11-2011, indicono lo sciopero generale di tutte le attività produttive, dei servizi pubblici e privati, nonché una grande manifestazione, da tenersi in Sassari, il 25-marzo-2011.
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