Il provvedimento però non tocca i diritti già acquisiti all’entrata in vigore della presente delibera e produrrà effetti dalla prossima legislatura
CAGLIARI - Dalla prossima legislatura i consiglieri regionali della Sardegna (sia quelli che saranno eletti sia quelli non rieletti) non percepiranno più l'assegno vitalizio per il quale veniva accantonato il 15% dell'indennità lorda (1.404,44 euro al mese circa). Il provvedimento, fatti salvi i diritti già acquisiti all’entrata in vigore della delibera, produrrà effetti dalla prossima legislatura, ed è stato approvato dall'Ufficio di presidenza. Per coloro i quali abbiano già ricoperto lo status di consiglieri regionali, una eventuale nuova elezione non comporterà ulteriori rivalutazioni economiche del vitalizio già maturato.
Grande soddisfazione è stata espressa dalla Presidente che ha sottolineato: «Il provvedimento adottato, il primo in assoluto fra le Regioni a statuto speciale e fra i primi in Italia, segna la volontà del Consiglio Regionale della Sardegna di dare concreta attuazione ai pronunciamenti in materia di riduzione dei costi della politica». «Infatti - ha proseguito la Presidente - il provvedimento odierno rappresenta un punto di arrivo del fattivo impegno del Consiglio Regionale, che segue di solo poche settimane la proposta di legge approvata in Aula per la riduzione del numero dei consiglieri».
Il provvedimento è l'ultimo di una serie di interventi già attuati che hanno riguardato: l’aumento della percentuale di contribuzione richiesta per ottenere il vitalizio (la quota, che era del 8,60 per cento, è stata innalzata al 15 per cento, la più alta in Italia) che ha consentito l’eliminazione del contributo a carico del Consiglio a favore dell’apposito fondo; l’elevazione dell’età, da 60 a 65 anni, a partire dalla quale si può usufruire del vitalizio; la restrizione dei casi in cui è possibile godere della reversibilità del vitalizio e previsione di una ulteriore contribuzione a carico del consigliere per l’ottenimento della stessa reversibilità.
In questa legislatura si era già registrato il caso del vice presidente del Consiglio, l'algherese
Mario Bruno del Partito democratico, il quale non potendo rinunciare all'indennità di carica per problemi di natura amministrativa, aveva deciso di accantonare le somme in un conto fiduciario destinato alla Diocesi di Alghero-Bosa per la lotta alle provertà nella Riviera del Corallo.
Nella foto: Claudia Lombardo