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A.B.
3 gennaio 2012
Finanziaria: l’ultimatum di Uras
«Impediremo la approvazione della manovra finanziaria se non viene riscritta con le autonome locali sarde, con sindacati e sistema dell’economia e delle imprese», ha dichiarato il consigliere regionale di Sinistra Ecologia e Libertà

CAGLIARI - «Come Sinistra Ecologia e Libertà abbiamo deciso di non sviluppare polemiche inutili, di stare nel merito. Non stiamo cercando occasioni di propaganda. Queste ultime sono purtroppo la preoccupazione prevalente della attuale Presidenza della Regione. La situazione economico-finanziaria della Sardegna è gravissima e l’assenza di una vera iniziativa istituzionale, politica e sociale verso il nuovo Governo rischia di rendere insostenibile il peso della crisi e di cancellare ogni spazio di intervento finalizzato allo sviluppo, al contrasto alla disoccupazione e alla povertà crescente, alla creazione di nuove occasioni di lavoro, soprattutto per giovani e donne. Siamo di fronte a percorsi di neo-centralismo burocratico che uccideranno ogni possibilità di nuova economia se non si cambia rotta con decisione e immediatezza».
Questo l’incipit dell’intervento di Uras, consigliere regionale del Sel, che ha spiegato come la prima cosa da fare sia l’ampliare «gli spazi di sovranità regionale e locale nelle procedure di impiego delle risorse disponibili, a partire da quelle derivanti dalla piena applicazione delle norme vigenti, di valore costituzionale, in materia di entrate, per proseguire con quelle assegnate da Stato e Unione Europea, evitando di restituire somme disponibili perché non utilizzate. Cosa che sta regolarmente avvenendo. Nell’esercizio 2011 si sono restituiti( come risulta in Bilancio) 84milioni di euro, una quantità di soldi pari ad oltre una volta e mezza l’intera dotazione annuale dell’Assessorato del Turismo, Artigianato e Commercio. Tutto questo richiede che la manovra in discussione sia profondamente cambiata ed approvata dal Consiglio regionale solo se diviene strumento costruito e condiviso con le autonome locali sarde, con sindacati e sistema dell’economia e delle imprese. Diversamente quello che abbiamo di fronte è il fallimento annunciato di una finanziaria inadeguata nei contenuti, avulsa dalla realtà, datata e priva di incisività in funzione della drammaticità della condizione sociale della Sardegna».
Uras, di fatto, ribadisce tre urgenze principali: «ottenere dal Governo la approvazione delle norme di attuazione sulle nuove entrate ed effettuare una radicale pulizia del bilancio da sprechi e privilegi corporativi per recuperare almeno 500 milioni di euro per progetti di sviluppo locale finalizzati all’occupazione da spendere con le procedure dell’articolo 19 della L.R. 37/1998, per cantieri comunali di cui all’art. 94 della L.R. 11/1988 e per la realizzazione di opere pubbliche di interesse comunale ed intercomunale immediatamente eseguibili e per le quali siano già state acquisite tutte le necessarie autorizzazioni; rifinanziare il Fondo regionale per l’occupazione per la predisposizione di un piano pluriennale finalizzato al reinserimento occupazionale dei lavoratori espulsi dal sistema produttivo, alla promozione dell’occupazione giovanile e femminile, e al sostegno al reddito - con percorsi di formazione per il miglioramento delle competenze professionali - di lavoratori licenziati o disoccupati di lunga durata privi di ammortizzatore sociale o comunque con sussidi non superiori ai 600euro mensili; strutturare una task force per il superamento delle paralisi amministrative e dei blocchi della spesa, una sorta di pronto intervento, di “118” anti burocratico che rimuova le inerzie dell’apparato soprattutto nelle linee di azione in materia di lavoro, sostegno al sistema produttivo e puntuale pagamento dei servizi e delle forniture resa alla P.A., politiche sociali e contrasto alla povertà».
Nella foto: Il consigliere regionale del Sel Uras
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