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Fabio Fogu 5 maggio 2005
Raffaele Lai, personaggio sportivo della settimana
Ha fallito l’assalto al titolo italiano ma ha riportato in città il pugilato che conta. Il boxeur algherese racconta il match che venerdì scorso ha richiamato al Pala Congressi gli appassionati di boxe
Raffaele Lai, personaggio sportivo della settimana

ALGHERO - Due sogni nel cassetto: «vincere il titolo italiano e aprire una palestra». La sconfitta contro il torinese Cristian De Martinis brucia ancora, ma il boxeur algherese è pronto a rimettere i guantoni per conquistare la cintura di campione dei pesi welter.

A un passo dal titolo di campione italiano, ma poi sul ring le cose sono andate male. Come si spiega la sconfitta?
«Ho avuto poco tempo per preparare l’incontro. Ho iniziato gli allenamenti solo qualche settimane fa. Sono calato di peso, ho studiato il match con attenzione ma tutti i miei sacrifici non sono bastati. Un incontro per il titolo si prepara almeno quattro mesi prima. Il problema è che abbiamo avuto la certezza dell’incontro solo il mese scorso».

Il rammarico e la rabbia sono ancora più grandi allora?
«No, non voglio scusanti. La colpa della sconfitta è solo mia. Certo non sono arrivato all’incontro nelle migliori condizioni. A settembre durante il campionato europeo di Cagliari ho subito un grave infortunio alla mano sinistra e ho potuto rimettere i guantoni solo a febbraio. Ma dal punto di vista tecnico avrei anche potuto continuare il match. In più di cento incontri disputati non ho mai abbandonato. Poi sul ring mi sono reso conto di non avere la forza giusta per proseguire, prendevo dei colpi inutili e così ho deciso di lasciar perdere».

Quando la rivedremo sul ring?
«Presto. In autunno sfiderò di nuovo Cristian De Martinis. L’incontro dovrebbe disputarsi entro la fine dell’anno a Torino. Vedremo chi si aggiudicherà “la bella”. L’ho gia sconfitto nel 2000 in un torneo dilettanti. Sicuramente arriverò al match decisivo con una preparazione adeguata. Il problema è che lui si allena mattina e sera, fa il pugile per professione. Io devo pensare anche al lavoro».

E chissà se gli sportivi algheresi risponderanno come venerdì scorso?
«È stata la soddisfazione più grande. Ho riportato ad Alghero il pugilato che conta. L’ultimo pugile professionista in città è stato Mario Delogu nel 1983. La gente ne sentiva la mancanza e l’affluenza di pubblico ne è stata la dimostrazione. Peccato che non abbia potuto ripagare tutta quella gente con una vittoria».


Nella foto: Raffaele Lai



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