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Gianni Marti 9 giugno 2005
Ambiente: una risorsa da sfruttare anche ad Alghero
Le due riserve, seppur dissimili e regolate da norme diverse, insieme molto potrebbero dare ad una realtà come Alghero, che sul turismo a deciso di scommettere tutto
Ambiente: una risorsa da sfruttare anche ad Alghero

ALGHERO – Parco di Porto Conte e Area Marina Protetta di Capo Caccia – Isola Piana, due entità a se stanti e potenzialmente di grande importanza economica, turistica e ambientale. Due risorse che da sole sarebbero in grado di mettere in moto un meccanismo che potrebbe fare da propellente all’economia algherese che oggi, è bene sottolinearlo, non vive dei buoni momenti. Le due riserve, seppur dissimili e regolate da norme diverse, insieme molto potrebbero dare ad una realtà come Alghero, che sul turismo a deciso di scommettere tutto. L’Area Marina Protetta, in particolar modo, ha già mosso i suoi primi passi, ma ancora molto ci si aspetta perchè, per quanto importanti siano le iniziative già prese (come quelle promozionali e di rapporti con le Istituzioni di cui negli ultimi giorni si è parlato), molte sono le cose ancora da fare. «Russino, direttore dell’A.M.P. di Capo Caccia Isola Piana, ha dimostrato una certa dimestichezza e competenza nella gestione del parco marino – ha commentato Luciano Deriu, portavoce di Legambiente Sardegna, interpellato in merito dal nostro giornale – però molta strada ancora è da percorrere». Deriu, infatti, sostiene che già in molte località italiane siano stati avviati dei progetti, grazie ai quali sono nate delle vere e proprie oasi di attrazione turistica, che spesso, oltre a dar lustro alle località in cui sorgono, creano reali opportunità di lavoro. «Immaginate se l’AMP di Alghero fosse dotata di battelli da mettere a disposizione dei turisti e che, ogni giorno, mediante apposite telecamere subacquee, filmassero i fondali di quegli splendidi tratti di mare. E immaginate se quelle stesse immagini venissero poi proiettate e commentate ai turisti che guardano le ammirano su uno schermo montato sul ponte del battello. Sarebbe una cosa interessante, no? Ecco, questa è solo una delle diverse iniziative che potrebbero essere prese in considerazione».
Anche il Parco di Porto Conte è un’area di grande interesse, che deve sviluppare il proprio valore turistico e promozionale e che potrebbe dare un’importante spinta a tutto il territorio algherese. «In Italia esistono diverse realtà del tutto simili alla nostra. Basti pensare al Parco del Vesuvio – continua Deriu – che già da diversi anni ha creato una struttura operativa che da sola dà lavoro a oltre 50 persone. Senza considerare l’indotto: come i ristoranti, gli alberghi ecc... Il nostro parco ha una potenzialità infinita: si pensi ad esempio alla vendita dei gadget o alla possibilità di ospitare i turisti in strutture create ad hoc all’interno della stessa riserva. Sono cose possibili, c’è solamente bisogno di progetti concreti». Una realtà, quindi, non impossibile da realizzare, tanto che ad Alghero esiste già un “Centro di Educazione Ambientale”, spiega Deriu, che, seppur piccolo, è una struttura avviata e già funzionante. «Il nostro centro – chiarisce Deriu – dà lavoro a otto persone e ogni giorno ospita numerosi visitatori, in particolare scolaresche. E’ quindi possibili realizzare centri che basino la propria offerta unicamente sull’ambiente. Ma evidentemente ciò che manca in Sardegna è una ”anima manageriale” che sia in grado di coniugare la conservazione ambientale con lo spirito d’impresa».
Viene facile pensare, quindi, che le due realtà algheresi abbiano le potenzialità per diventare mete appetibili di turismo sostenibile e responsabile, soprattutto se opportunamente appoggiate da progetti reali oltre che da campagne di informazione e comunicazione da parte degli enti turistici competenti e di tutte le forze politiche. D’altronde lo sviluppo sostenibile, ovvero la crescita economica congiunta al rispetto dell’ambiente e della qualità della vita, rappresenta la sfida del nuovo millennio.



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