Mauro Pili
26 febbraio 2013
L'opinione di Mauro Pili
Pronti a ripartire per la Sardegna
La strada maestra della concretezza subisce una delicata quanto preoccupante battuta d’arresto ma, molto prima di quanto si possa pensare, la proposta sarà chiamata a fare la sua parte. Noi abbiamo politicamente il compito di non spegnere quell’esile fiammella di speranza, e prepararci alla sfida delle idee migliori. Dobbiamo farlo guardando agli errori commessi, non per consumarli ma per evitarli nel futuro. La protesta oggi ha prevalso sulla proposta ma il consenso al Popolo della Libertà in Sardegna costituisce un punto di partenza rilevante e decisivo per il domani. Se sapremo interpretare al meglio il compito di concretezza e responsabilità che i sardi ci hanno affidato, se sapremo mettere da parte i vizi della vecchia politica, i retaggi di una gestione consunta e inutile del potere per sposare l’interesse primario della nostra terra i risultati arriveranno nuovamente copiosi e decisivi. Per costruire un progetto serio per la nostra terra servono fondazioni forti e idee chiare, quelle di cui i sardi hanno bisogno.
Si poteva fare di più e meglio, ma ogni analisi rivolta al passato rischia di essere inutile e tardiva. Serve oggi concentrarci sul fare. A noi, più che ad altri, per senso di responsabilità e buon senso è affidato il compito di difendere la Sardegna, tutelarla aprendo con lo Stato e l’Europa una serrata e decisiva vertenza di sovranità e libertà. Sono sfide che combatteremo nelle istituzioni e tra la gente perseguendo l’orizzonte ideale del Popolo Sardo della Libertà. Sfide di modernità e di sviluppo. Qualunque sia lo scenario politico che andrà configurandosi a livello nazionale resta come prima missione quella di tenere alta l’attenzione sulla Questione Sarda, senza cedere nemmeno per un attimo a richiami che non tengano conto della causa di riequilibrio verso la Sardegna. I risvolti politici di questo voto hanno pure ripercussioni evidenti sullo scenario politico sardo. Mi limito a dire che sarebbe cosa buona e giusta ripristinare l’elementare senso di lealtà tra uomini e partiti, traendo le naturali conseguenze, facendo prevalere l’onestà intellettuale di ognuno.
Ora bisogna mettere in campo azioni forti per difendere la Sardegna per evitare che in questa fase delicata della democrazia del nostro paese possa passare in secondo piano o peggio possa pagarne le conseguenze in maniera ancora più marcata. Una considerazione personale: oggi più che mai il mio pensiero e la mia azione sono rivolti a quei territori che, seppur hanno rivolto lo sguardo alla protesta, meritano ancor di più l’attenzione della proposta e dell’impegno. Già da oggi le mie e le nostre attenzioni sono rivolte alle emergenze del lavoro, ai lavoratori dell’Alcoa, Eurallumina, E.on, Vinyls, Carbosulcis e Ottana, dall’agricoltura alla media impresa. Le mie prime azioni saranno la continuità delle ultime, contro i monopoli di Tirrenia e Alitalia, Enel e Eni passando per i soprusi nella vicenda sportiva della squadra del Cagliari. Per questo motivo il voto di ieri deve essere stimolo a fare ancora di più per evitare che la Sardegna sia trascinata in un vortice di molte proteste e poche risposte. La strada è in salita, tortuosa, ma è l’unica utile per uscire da una crisi che non ammette altre perdite di tempo. Da oggi dovremo traguardare il nostro futuro con maggior coraggio, più lungimiranza e unità. E nonostante la complessità e la difficoltà del momento questo sarà il nostro obiettivo.
* capolista Popolo della Libertà, già deputato
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