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A.B. 13 marzo 2013
«Senza cambio Riformatori fuori da Giunta»
Sulle riforme «serve un cambio di passo», dichiara il coordinatore regionale dei Riformatori sardi Michele Cossa
«Senza cambio Riformatori fuori da Giunta»

CAGLIARI - Abolizione delle Province ed attuazione di tutti i referendum. Lo chiedono i Riformatori sardi al presidente della Regione Autonoma della Sardegna Ugo Cappellacci ed agli alleati, in vista della formazione della nuova Giunta Regionale, un Esecutivo che vedrà la partecipazione dei Riformatori solo se ci sarà un impegno in tal senso da parte della Maggioranza. «Serve un cambio di passo - dichiara il coordinatore regionale del partito Michele Cossa - Le elezioni politiche ci hanno consegnato di certo un Parlamento ingovernabile, ma anche un messaggio molto chiaro. Gli elettori vogliono un cambiamento vero, reale. Un cambiamento nei fatti e non nelle parole. Un cambiamento di stile, nel modo di approcciarsi alla politica. Un politica al servizio dei cittadini e non al servizio di amici e amici degli amici».

Un messaggio, prosegue Cossa, «di cui però i partiti non sembrano essersi resi conto sino in fondo. La preoccupazione maggiore delle forze politiche tradizionali adesso è prendere tempo, evitare di andare subito al voto. Prendere tempo, ma per fare cosa? Ecco il punto su cui dovrebbero interrogarsi i partiti. In Italia e in Sardegna. E proprio in Sardegna, che ha fatto da battistrada alle riforme c’è la possibilità di cambiare davvero, sul solco segnato dai referendum del 6 maggio dell’anno scorso. Quelli sì un vero e proprio Tsunami». Dopo la sforbiciata alle indennità ed al numero dei consiglieri regionali, aggiunge Cossa, «occorre procedere speditamente nell’abolizione delle Province e dei cda degli enti regionali, e istituire l’Assemblea Costituente per riscrivere la carta costituzionale dell’Isola. Gli elettori hanno chiesto che vengano abolite tutte le Province. Anzi, hanno direttamente abrogato quelle nuove e proposto che lo stesso sia fatto con quelle vecchie. A distanza di quasi un anno da quel referendum che cosa è successo? Nonostante il fortissimo pressing da parte dei Riformatori sardi, le Province ci sono tutte, e i loro organi (assessori, presidenti, commissioni e Consigli) saldamente al loro posto, con fondi e potere da gestire».

Ma il tempo è scaduto, conclude il coordinatore regionale dei Riformatori, «ed è disarmante osservare che, almeno nelle stanze del potere, in pochi si sono resi conto di quanto sta accadendo nel mondo reale. Anzi, come il soldato giapponese che, asserragliato nella sua isola, non si è accorto che la seconda guerra mondiale è finita, c’è ancora chi è impegnato dentro il Palazzo a cercare di salvare il salvabile».
19/11/2025
Abbiamo più volte spiegato con chiarezza che per difendere la Sardegna dagli effetti negativi dell’autonomia differenziata bisogna attivare e modernizzare le norme di attuazione dello Statuto speciale, l’unico strumento in grado di rendere realmente operativo il principio di insularità inserito in Costituzione e di colmare il gap che la nostra Regione paga da decenni



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