Antonio Sini
26 luglio 2005
Le associazioni algheresi Codacons, Wwf e Italia Nostra: «bisogna fermare i lavori estrattivi a Monte Doglia»
Il Direttore del Servizio dell’Ufficio Tutela del Paesaggio Arch. Paolo Vella risponde alle associazioni: «non si può più tollerare la situazione attuale». Invita la società CA.MA.C. a predisporre un progetto di ripristino ambientale e paesaggistico

ALGHERO - Le associazioni ambientaliste Codacons, Italia Nostra e WWF esprimono viva soddisfazione per i contenuti della nota ricevuta in data 10 luglio 2005 dall’Ufficio Tutela del Paesaggio di Sassari in merito alla cava di Monte Doglia. L’avvocato Giovanni Sedda per il Codacons, il Prof. Salmon per Italia Nostra e il Prof. Carmelo Spada per il Wwf, diramano una nota che non ammette commenti: bisogna intervenire. Il Direttore del servizio dell’Ufficio Tutela del Paesaggio Arch. Paolo Vella scrive infatti: «il servizio di Tutela del Paesaggio (..) in riferimento all´attività estrattiva citata in oggetto; vista l´importanza del patrimonio insostituibile dell´ambiente e del paesaggio; visti gli indirizzi programmatici della Giunta Regionale in materia; vista la vocazione turistica del territorio di Alghero; vista la creazione del Parco di Porto Conte; considerato, altresì, il degrado ambientale e paesaggistico dopo anni di cavazione dell´ambito interessato segnalato, puntualmente, dalle associazioni ambientaliste Codacons, Italia Nostra e WWF, ritiene di non poter più tollerare la situazione attuale ed invita, pertanto, la società CA.MA.C. a predisporre un progetto di ripristino ambientale e paesaggistico».
La nota, oltre che alle associazioni Codacons, Italia Nostra, WWF, è stata invita alla società che gestisce la cava di Monte Doglia, al Presidente della Giunta Regionale, all´Assessore della P.I., Beni Culturali, Informazione Spettacolo e Sport; all´Assessorato dell´Industria; all´Assessorato della Difesa dell´Ambiente; alla Soprintendenza per i Beni Architettonici e il Paesaggio; al Sindaco del Comune di Alghero; al Presidente del Parco di Porto Conte.
L’ufficio Tutela del Paesaggio fa esplicito riferimento all’ultima segnalazione delle associazioni Codacons, Italia Nostra e WWF risalente al 10 Novembre 2004 nella quale si denunciano: «gli evidenti danni all’integrità del paesaggio collinare del territorio di Alghero, alle pendici di Monte Doglia, apportati dalla presenza di un´attività industriale di cava che si svolge da oltre 30 anni. L´attività estrattiva usufruisce di una regolare concessione regionale decennale rinnovata il 18 giugno del 1998 (valida sino 2008) e del relativo nulla osta del Comune di Alghero». Nella stessa denuncia le associazioni ambientaliste Codacons, Italia Nostra e WWF chiedono all’Assessore all’Industria della RAS e al Sindaco di Alghero; «la verifica e la revoca della concessione come stabilito dall´art. 29 della legge regionale del 7 Giugno 1998 n. 30 che disciplina le attività di cava e le relative sospensioni e la conseguente opera di ripristino ambientale».
Con l’attuale atto formale dell’Ufficio Tutela del Paesaggio di Sassari che «ritiene di non poter più tollerare la situazione attuale» e al tempo stesso si rende disponibile nell’ambito delle proprie competenze istituzionali «per addivenire ad una soluzione, che dovrà provvedere anche ad una riconversione dell´attività estrattiva, facendosi promotore, vista la complessità delle problematiche, di un tavolo di confronto con tutti gli enti interessati», senza facile ottimismo se ci sarà concretamente da parte dell’Assessorato regionale all’Industria, del Comune di Alghero, del Parco regionale di Porto Conte e dell’opinione pubblica una forte attenzione si potrà cominciare a porre rimedio alla più vasta lacerazione del patrimonio paesaggistico di Alghero.
Si consideri che la vastità dell’attuale porzione di monte interessata dall’attività estrattiva supera orami l’altezza del Monte Istitu (m. 161) che precede Monte Doglia (m. 436). Questa osservazione può essere effettuata posizionandosi nella nuova passeggiata Garibaldi sul porto di Alghero e volgendo lo sguardo verso Fertilia. L’ipotetico osservatore dovrà inoltre rammentare che i propri piedi poggiano sulla pavimentazione calcarea ottenuta dall’attività estrattiva, per l’appunto, della cava di Monte Doglia.
Nella foto: Monte Doglia visto dalla spiaggia
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