I dati sulla situazione economica in cui si ritrova la Sardegna accendono un infuocato botta e risposta tra il consigliere regionale del partito democratico Mario Bruno e l´assessore Alessandra Zedda
CAGLIARI - I recenti dati diffusi dalla
Cna sulla terribile situazione economica in cui si ritrova la Sardegna accendono un infuocato botta e risposta tra il consigliere regionale del partito democratico Mario Bruno e l'assessore Alessandra Zedda. Di seguito i due interventi integrali.
Mario Bruno. «Chissà se i dati sulla competitività presentati oggi dalla Cna sono arrivati anche in Argentina dove si trova ormai da giorni, in una improbabile visita pastorale, il Presidente Cappellacci. Il governatore avrebbe cosi avuto modo di scoprire che la Sardegna, sotto la sua guida, è diventata fanalino di coda in Europa per qualità della vita, benessere, distribuzione della ricchezza, turismo e innovazione tecnologica. Lui, che a parole ci aveva preso in giro col puntare sulla raccolta delle migliori idee dei sardi, si trova di fronte ad un bilancio politico, economico e sociale disastroso che non può modificare neanche con la più spinta demagogia. L'assenza di politiche sociali e sanitarie, nonostante le annunciate e mai attuate riforme;il fallimento delle politiche dei trasporti; il maquillage privo di contenuti delle politiche turistiche; l'assenza di progetti di riforma della scuola, sempre più decadente; l'abbandono dell'agricoltura e dell'industria, non possono che rendere la nostra Isola cenerentola fra le regioni d' Europa. Serve davvero un nuovo autorevole governo che ascolti i sardi, proponga un progetto credibile di Sardegna basato sulla competitività e sulla coesione sociale, sulla qualità dell'Istruzione, sulla valorizzazione dell'ambiente e del paesaggio, sulla fiscalità di vantaggio e sul sostegno ai comparti produttivi. Il centrosinistra ha il dovere dell'unità attorno ad un programma riformatore e progressista serio e credibile. Gli slogan del presidente Cappellacci non ci hanno portati lontano: siamo agli ultimi posti tra le regioni europee. Cappellacci lo merita, la Sardegna no».
Alessandra Zedda. «Rispettiamo le analisi di tutti, ma l'on. Bruno forse dovrebbe acquisire dati più aggiornati. Infatti, quelli diffusi dalla CNA, si riferiscono ad anni precedenti e non possono pertanto dare conto di importanti segnali di ripresa come rilevato, ad esempio, nel campo della ricerca e dell'innovazione. Proprio in questo settore - ha osservato l’esponente dell’esecutivo regionale - i dati del Regional Innovation Scoreboard 2012, curato dalla Commissione Europea, qualificano la nostra isola tra le Regioni in continuo miglioramento e segnano un passaggio da modest medium alla classe moderate high. Tale progresso e' dovuto grazie agli investimenti compiuti in questi anni dalla Giunta Cappellacci. In ordine alle azioni per fronteggiare la crisi, nello stesso documento, si possono trovare ulteriori notizie circa i progressi compiuti nell'utilizzo dei fondi comunitari in questo campo. Questo perchè siamo convinti che le possibilità di agganciare la ripresa economica dipendano dalla capacita' di compiere scelte di rottura con il passato. Inoltre - ha evidenziato l'assessore - il Parco tecnologico della Sardegna è quinto in Italia, si è classificato primo nella macroarea del Meridione ed è ai primi posti anche per Ict, biotecnologie, ambiente. Nel ranking dei poli per l'innovazione la Sardegna è la prima classificata. In questa Legislatura siamo stati ai primi posti - prosegue Zedda - per la spendita del Fse e siamo in linea con la media nazionale per la spendita del Por-Fesr. Non occorre commentare i dati della Cna per comprendere che, in un momento di crisi, la Sardegna paga più di altre aree il suo gap infrastrutturale. Oggi come ieri non parliamo di sogni, ma abbiamo piedi per terra, stiamo fronteggiando una crisi economica drammatica e cercando di creare nuove opportunità di sviluppo. Contrariamente ad altri periodi in cui si poteva fare e non si è fatto, oggi lottiamo anche contro vincoli di sistema, come quello relativo al patto di stabilità. Insomma, corriamo contro vento anche perchè altri in passato sono rimasti fermi».