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S.S. 16 gennaio 2014
Peste suina a Sedini, esteso divieto caccia
Il Dipartimento di prevenzione della Asl di Sassari segnala un nuovo caso di peste suina in Anglona. Il morbo è stato rilevato in un allevamento di Sedini
Peste suina a Sedini, esteso divieto caccia

SASSARI – Ancora un caso di peste suina in Anglona. I veterinari del Servizio di sanità animale della Asl hanno rilevato nei giorni scorsi il sospetto del virus su un suino morto in un allevamento nel comune di Sedini. Il Servizio ha attivato immediatamente la procedura prevista in questi casi che prevedono l’estinzione del focolaio nel più breve tempo possibile e in collaborazione con l’amministrazione comunale si è proceduto all’abbattimento dell’unico capo presente e allo smaltimento delle carcasse.

Il caso è stato segnalato al Comune, Regione, Ministero e Centro nazionale di referenza per le pesti. I veterinari dell’Unità di crisi locale hanno provveduto con il sistema geografico informativo G.i.s. alla delimitazione delle zone di vincolo, quella di protezione (3km) e di sorveglianza (10 km) che interessano circa 400 aziende suine nei comuni di Sedini, Bulzi, Castelsardo, Chiaramonti, Martis, Laerru, Nulvi, Perfugas, Erula, Viddalba e Santa Maria Coghinas.

Dopo il focolaio rilevato nei giorni scorsi nel comune di Nulvi questo nuovo evento evidenzia ancora una volta una situazione epidemiologica in quell’areale davvero critica. Il primo episodio di malattia era emerso nel maggio dello scorso anno. «Dopo un periodo di relativa tranquillità abbiamo già due focolai nel suino domestico a causa del mancato rispetto di tutte quelle misure di biosicurezza che gli allevatori devono adottare per impedire l’ingresso del virus nella propria azienda» ricordano i veterinari del Dipartimento di prevenzione della Asl di Sassari che ancora una volta raccomandano il rispetto delle misure di prevenzione ed il confinamento dei suini per evitare qualsiasi contatto con i cinghiali dove ormai il virus è presente, segno di un’evidente contaminazione ambientale dell’area.

«Questo nuovo focolaio vanifica tutti gli sforzi messi in campo dal Servizio veterinario sia per liberalizzare la commercializzazione dei capi sia per consentire l’attività venatoria» spiega Franco Sgarangella, direttore del Dipartimento di prevenzione. «Il tutto è avvenuto mentre si stavano completando le previste azioni sanitarie con controlli sierologici in tutti gli allevamenti dell’areale al fine di revocare i provvedimenti restrittivi emanati dalla Regione lo scorso anno».

l Dipartimento ricorda infatti a seguito della critica situazione epidemiologica della Sardegna, la Regione Sardegna con il decreto dell’assessore alla Sanità n°69 del 18/12/2012, in conformità con le indicazioni perentorie ed incalzanti di Bruxelles, del ministero della Salute e soprattutto del Centro nazionale di referenza per le pesti suine, ha previsto il divieto di caccia oltre che nelle aree infette anche nelle zone di vincolo del domestico. L’area interdetta alla caccia pertanto si allarga ad est fino al confine con la provincia di Olbia-Tempio, comprendendo i comuni interessati dalle zone di vincolo. Le mappe aggiornate sono consultabili nel sito della Asl di Sassari.
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