Antonello Peru
20 gennaio 2014
L'opinione di Antonello Peru
Solo Governi nemici della Sardegna
Ora più che mai, e come sempre è stato, la Sardegna non ha mai avuto “governi amici” che potessero consentire al nostro territorio di spiccare il volo, mentre si sono sempre attivati per tarparci le ali. Non solo Pps ma anche vertenza entrate e Zona Franca, sono stati i cavalli di battaglia di questi cinque anni in Regione con la maggioranza impegnata ad arginare ogni iniziativa burocratica dello Stato e del Governo centrale che non faceva altro che bastonare la nostra Regione dopo le immancabili promesse che, di volta in volta giungevano da Roma. Dalla vertenza entrate della passata legislatura, che aveva coinvolto tutto il Consiglio regionale, in questa legislatura abbiamo assistito al retromarcia attivo e pervicace dell’attuale opposizione che ha sperato nel fallimento della vertenza con lo Stato siglata dall’allora presidente di centrosinistra con il governo di centrosinistra, risoltasi per la Sardegna in un estremamente capestro per noi. A questa retromarcia dell’opposizione e all’arroccamento del Governo nazionale, la Regione guidata dal presidente Cappellacci, negli ultimi due anni ha avuto “l’ardire” di decidere, a favore dei sardi, il taglio dell’Irap investendo 240 milioni di euro l’anno e decidendo, quest’anno, che le accise sulla benzina restino ne4ll’Isola, così da recuperare il miliardo di euro dovuto dallo Stato alla Sardegna per quando concerne, appunto, l’annosa e irrisolta vertenza entrate.
Ora ci attendiamo che da Roma venga accolta e recepita questa nostra iniziativa, ma gli auspici e l’imminente campagna elettorale, in cui proprio il governo è intervenuto a gamba tesa contro il Piano paesaggistico e il presidente Cappellacci, ricandidato governatore, ci fanno pensare che tutto questo non accadrà e che i danni per la Sardegna, provenienti da Roma, si accentueranno. Ricordo come, in questa vertenza, e per i contrasti avuti con il ministro Tremonti, il presidente Cappellacci e altri consiglieri regionali, fra cui il sottoscritto, avevano restituito la tessera del PdL agli organi di partito. Anche sul riconoscimento della Zona Franca tutto il centro-sinistra si è messo di traverso, per impedire alla Sardegna di raggiungere questo importante obiettivo osteggiato soprattutto dall’ex candidata alla presidenza della Regione ed europarlamentare uscente, che, scatenando tutte le cassandre del mondo, non ha mosso una virgola a vantaggio della Sardegna. C’è voluta la determinazione del presidente Cappellacci che ha tenacemente richiesto e ottenuto un importante incontro con il vice presidente della Commissione Europea, Antonio Tajani il quale, contrariamente alle dichiarazioni nefaste dell’europarlamentare del territorio, ha aperto spiragli importanti per la Zona Franca in Sardegna, descrivendo un percorso che, prima di giungere negli uffici di Bruxelles, deve vedere coinvolto e consenziente in Governo Nazionale.
Ma per la nostra Isola, la data importante è quella del 6 novembre 2013 quando il Consiglio regionale ha approvato la legge sull’Istituzione di un regime di zona franca fiscale e doganale integrale nel territorio della Regione autonoma della Sardegna, modificando l’articolo 10 dello Statuto Speciale che regola la competenza tributaria della Regione e la disponibilità di poter applicare esenzioni e agevolazioni fiscali e l’articolo 12 che regola il regime doganale e i limiti della defiscalizzazione nei porti franchi. Trattandosi di legge di rango costituzionale, queste modifiche dovranno essere votate a Roma, in doppia lettura nei due rami del Parlamento, per diventare definitive. Per cui, anche per legittimare la Zona Franca in tutta la Sardegna, dobbiamo trattare ancora con lo Stato centrale e con una burocrazia e una politica che, di contro, cerca sempre di accentrare le scelte e le decisioni. Per questo che nei prossimi cinque anni ci sarà bisogno di un impegno superiore per portare a compimento tutti i passaggi importanti e le scelte politiche fatte in questa legislatura sono state prodotte a sostegno dell’autonomia e dello sviluppo socio-economico della nostra Isola. I nostri avversari, invece, stanno promettendo esclusivamente marce indietro e un ritorno a quanto la Sardegna e i sardi hanno già conosciuto e sonoramente bocciato. Vogliamo andare avanti, non possiamo restare fermi e, ancora più pericoloso, tornare indietro.
*Consigliere regionale, candidato Forza Italia a Sassari
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