Luigi Lotto
21 gennaio 2014
L'opinione di Luigi Lotto
Agricoltura e turismo: un´alleanza per vincere
Di agricoltura la politica sarda parla troppo poco. E spesso male. Perché non affronta il nodo del suo rilancio su basi moderne che, guardando alle specificità locali, promuova le produzioni di qualità, crei nuove relazioni tra i soggetti delle filiere agroalimentari e realizzi l’integrazione del settore primario nel più ampio sistema economico locale. Ancora nei discorsi della politica persiste il pregiudizio a favore del turismo, del commercio, della piccola industria… Che abbaglio. Per questo ho letto con grande attenzione le parole di Francesco Pigliaru che qui sottolineo: «Oltre a capacità, braccia e cervello abbiamo un settore agroalimentare ricco di eccellenze, un potenziale turistico enorme da sviluppare, un sistema istituzionale da modernizzare e rafforzare, ma con una lunga storia autonomistica di cui siamo fieri». Mettere l'agricoltura al primo posto, è la nostra sfida. Ma non per mettere al secondo il turismo o l'industria: «Simul stabunt…»
L'uomo, come dicevano i filosofi è ciò che mangia. E quando mi trovo in un supermercato o in un ristorante e vedo sulle scansie o, peggio, sul tavolo l'olio di marche nazionali di bassa qualità, piuttosto che arance spagnole e uva sudafricana, mi sento anche io colpevole di un delitto economico e commerciale. Un danno economico irreversibile. Un mancato guadagno non giustificabile. Ecco perché al centro dell’attenzione deve essere la rivalutazione del reddito degli agricoltori, affinché gli agricoltori in attività e i giovani, uomini e donne, che si avvicinano a questo mondo affascinante, trovino le giuste motivazioni per continuare a farlo. Il mestiere del contadino, come succede già nelle campagne di Francia, di Germania o di Spagna, riesce a conquistare una nuova dimensione sociale quando può garantire reddito economico e valore sociale.
La Sardegna è dotata di una straordinaria diversità ambientale, una grande diversità di specie e varietà utilizzate in agricoltura, di sistemi colturali e, quindi, di una pluralità di prodotti di qualità che, in quanto tipici e identitari, meritano un’adeguata valorizzazione. Le eccellenze del Nord Ovest della Sardegna sono da tempo impegnate su questi obiettivi. I prodotti enologici delle cantine di Santa Maria La Palma e di Sella e Mosca mantengono il loro primato. Così le produzioni oleicole DOP dei territori di Alghero e Sassari. Sono convinto che le produzioni agricole di qualità siano la base della nostra competitività, ma queste si realizzano con politiche e interventi che mirino a favorire l’accesso e la permanenza in agricoltura dei giovani, delle donne, di chi possiede conoscenze e competenze, in sintesi di un’imprenditoria qualificata che sulle produzioni alimentari costruisca la propria professionalità. Il consumatore deve sentirsi rassicurato sulla genuinità e sicurezza alimentare, ma soprattutto è indispensabile limitare e scongiurare il fenomeno dell’abbandono legato all’esodo agricolo e rurale.
In breve, le priorità per un’agricoltura migliore, finalizzata all’alimentazione, possono essere identificate con tre parole chiave: la diversità, la sicurezza e la qualità alimentare. L'agricoltura non può essere ridotta a capitolo rituale di ogni campagna elettorale. Perché, se è vero che in questi ultimi cinque anni di malgoverno l'agricoltura ha vestito i panni della vittima designata, è altrettanto vero che la necessità di ripensare la cultura agricola del nostro territorio è un problema che ha radici lontane. Serve perciò una nuova cultura dell'agricoltura. Perché la cultura proprio in questo caso si mangia. A condizione che siano messe in campo sinergie positive tra il settore primario e il turismo, garantendo un’offerta turistica di qualità, non solo in spiaggia ma anche a tavola.
*Consigliere regionale uscente, candidato nelle liste del Pd
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