Gian Franco Satta
21 gennaio 2014
L'opinione di Gian Franco Satta
Il geotermico, risorsa dei cittadini non delle multinazionali
Il 24 Dicembre scorso è stata raccontata a mezzo stampa l'esperienza vissuta in Toscana, a Pomarance, da un gruppo di Sindaci dell'Anglona (nello specifico Tergu, Santa Maria Coghinas, Nulvi, Chiaramonti e Bulzi) e legata al positivo e produttivo utilizzo delle risorse geotermiche presenti sul territorio toscano. Da sottolineare il fatto che a promuovere la sopra citata iniziativa siano stati dei sindaci, Amministratori pubblici che con convinzione hanno scelto di affrontare le problematiche del territorio e della popolazione in prima persona, senza lasciare spazio ai numerosi incantatori di serpenti a caccia di facili baratti in sede di valutazione dei progetti.
I cittadini sono padroni del bene comune, comprese le risorse naturali, devono quindi essere primi attori sulla scena e unici beneficiari del loro utilizzo. Non può esserci spazio per sfruttatori industriali che come sempre è successo, alla fine, si ritrovano a governare non soltanto le loro aziende ma anche le comunità in cui si trovano ad operare. Non possiamo essere ancora una volta relegati al ruolo di “ospiti a casa nostra” né ricevere poi, post sfruttamento, eredità pesantissime da gestire che gravano sull'ambiente, sulla salute e sul sociale. Sono innumerevoli gli esempi di scempi industriali realizzati dai cosiddetti illuminati dell'industria, innumerevoli le battaglie combattute per rivendicare i sacrosanti diritti di chi ha "concesso in uso" il proprio territorio senza però aver prima messo il cappello sulla sedia e rivendicato il diritto di proprietà di quel prezioso bene. Non si vuole essere dei "Contrari a priori", si vuole anzi essere propositivi, attuatori di progetti di sviluppo, crescita e utilizzo razionale, oculato e mirato delle risorse naturali.
La risorsa geotermica è un bene di tutti. I sindaci sono chiamati ad essere soggetti attivi sul fronte della ricerca e sfruttamento della risorsa, non certo a subire passivamente l'azione altrui. I sindaci devono essere coloro che guidano la creazione di attività imprenditoriali partecipate, che si avvalgono delle competenze dei privati, punti di riferimento in grado anche di cercare nuove partnership. Solo così i cittadini saranno garantiti e potranno beneficiare della loro ricchezza. È questa una situazione di cui la politica tutta, sopratutto quella regionale, dovrebbe prendere coscienza di questo, incentivando l'iniziativa pubblica senza mortificarla e relegarla al solo ruolo di oppositrice, generando nei cittadini confusione e diffidenza verso le nuove opportunità. Cappellacci non ha certo scoperto l'acqua calda! L' acqua calda è la nostra e vogliamo essere noi a gestirla, perché i benefici non siano solo dei padri, ma anche dei loro figli e dei loro nipoti.
*Candidato nelle liste del Pd alle elezioni regionali
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