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Daniele Cocco 28 gennaio 2014
L'opinione di Daniele Cocco
Surigheddu e Mamuntanas meritano rispetto
<i>Surigheddu e Mamuntanas meritano rispetto</i>

Il miraggio dello sviluppo industriale e turistico concepito a partire dagli anni ‘60 ha portato la Sardegna ad abbandonare l’uso agricolo della terra, con la conseguenza che, attualmente, l‘isola è diventata importatrice e consumatrice di larga parte di prodotti agricoli e alimentari. Mentre tutte le settimane nei porti della Sardegna sbarcano dalle navi decine di tir carichi di prodotti ortofrutticoli, di carne e dei suoi derivati, un enorme patrimonio agricolo è sotto utilizzato, messo in crisi da frazionamenti impropri e aggredito continuamente da interventi immobiliari legati alla speculazione edilizia. Nel territorio di Alghero esistono le aziende di Surigheddu e Mamuntanas, che nel recente passato producevano prodotti di qualità e, cosa non da poco, avevano ricadute occupazionali non indifferenti.

Attualmente di proprietà della Regione,questi terreni costano alla collettività ingenti somme di denaro derivanti da un servizio di guardiania istituito per evitare ulteriori invasioni da parte di soggetti senza titolo. Mentre ad Alghero soprattutto nel periodo estivo i turisti consumano frutta e verdura provenienti dalle Puglie, dalla Sicilia e dalla Spagna, la carne proveniente dalla Francia e dalla Germania, pasta prodotta con grano ucraino e americano, a pochi Km dalla città esiste un compendio di terre votate all’agricoltura e provviste di un lago per l’irrigazione, completamente e colpevolmente abbandonato. Le migliaia di vacanzieri che popolano la nostra città consumano e arricchiscono altri territori, lasciando alle imprese locali solo le briciole, con il risultato che la disoccupazione, soprattutto quella giovanile, è insostenibile, dando vita a una situazione che nel resto dell’Italia è congiunturale mentre da noi è strutturale.

Per cercare di rimediare a tale assurda situazione, il 25 gennaio 2013 ho depositato in Consiglio regionale, assieme al collega di Alghero Carlo Sechi, la proposta di legge n.476 che si propone di promuovere l'accesso dei giovani agricoltori ai terreni di proprietà pubblica, al fine di favorire il ricambio generazionale in agricoltura, nonché la conservazione e l'utilizzazione produttiva degli immobili a vocazione agricola. La proposta di legge mira inoltre a contenere il consumo e il cambio di destinazione dei suoli agricoli. A tal fine l’Agenzia regionale Laore individua l'elenco dei terreni agricoli e a vocazione agricola di proprietà della Regione e degli enti controllati, idonei per la cessione in locazione a giovani agricoltori, alle cooperative e alle società giovanili.

Al fine di pervenire alla piena disponibilità degli immobili selezionati l'Agenzia Laore è autorizzata, qualora necessario, ad attivare le procedure di sgombero forzoso di eventuali attività improprie e condotte senza titolo autorizzativo. I comuni provvedono al censimento dei terreni a vocazione agricola, appartenenti al patrimonio di rispettiva competenza, da destinare annualmente, con apposito bando pubblico, alla locazione con contratto agrario a giovani agricoltori, in forma individuale o associata. Ai contratti di affitto si applicano le agevolazioni previste dalle norme per la diffusione e la valorizzazione dell'imprenditoria giovanile in agricoltura.

Sono consentiti, nel rispetto degli strumenti urbanistici vigenti, gli interventi strumentali alla coltivazione del fondo, all'allevamento del bestiame, funzionali alla conduzione dell'impresa agricola e alle attività di trasformazione e commercializzazione dei prodotti agricoli. Tale proposta di legge, con apposita modifica, dovrà consentire anche alle associazioni e alle cooperative sociali che si occupano di recupero e di reinserimento di soggetti sottoposti a misure restrittive, di accedere all’utilizzo delle terre abbandonate. In questo momento tutti si riempiono la bocca di parole quali rilancio, crescita, ma quest’ultima, deve essere chiaro a tutti, che non può essere ad ogni costo. Molto dipende da quale settore sviluppare.

Noi l’abbiamo recepito da tempo e altro non potrebbe essere vista la bellezza della terra che ci circonda, se non lo sviluppo del settore agricolo e ,vogliamo ripartire, anzi partire visto che veniamo da cinque anni di crescita zero, proprio da questo. Il futuro governo della Regione, che spero sia guidato dal Presidente Francesco Pigliaru, dovrà affrontare il problema dell’agricoltura in Sardegna a partire dalla formazione di una nuova classe di giovani imprenditori agricoli come descritto nella proposta di legge. Il mio dovere e il mio impegno sarà quello di non dimenticare questo problema. Il dovere di tutti gli elettori sardi quello di mandare a casa Cappellacci e di dare una nuova speranza alla Sardegna con un nuovo governo di centro sinistra.

*consigliere regionale, candidato Sel



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