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Daria Chiappe 14 maggio 2014
Studenti bacchettano i candidati
La politica entra in scena al Liceo
Secondo incontro pubblico per i sei candidati a sindaco di Alghero in corsa verso le elezioni comunali. Tema centrale stavolta la scuola e la cultura, per un confronto con i giovani studenti
Studenti <i>bacchettano</i> i candidati. La politica entra in scena al Liceo

ALGHERO - Si è tenuto martedì mattina un nuovo incontro pubblico con i sei candidati a sindaco di Alghero presso l’auditorium del Liceo Scientifico, dove Mario Bruno, Maria Grazia Salaris, Enrico Daga, Graziano Porcu, Stefano Lubrano e Fiorella Tilloca, hanno incontrato gli studenti maggiorenni. Obiettivo dell’incontro: formare, informare e preparare al voto i giovani chiamati per la prima volta ad esercitare tale diritto. Considerato dunque il contesto, il pubblico e lo scopo dell’evento, fondamentale era esprimersi con un linguaggio semplice e chiaro, cercando di essere allo stesso tempo esaustivi, concisi ed interessanti, così da stupire ed attrarre l’attenzione di chi ancora politicamente è acerbo. Da questo punto vista alcuni candidati più di altri (Porcu per il movimento che rappresenta, diventato ormai un vero fenomeno, ma anche per la capacità di comunicare con i giovani che possiede, alla pari di Daga e infine la Salaris per la brevità e sinteticità dei suoi discorsi) sono riusciti a far presa sui giovani, pronti a stringersi in un «nooo!» disperato, ogni qual volta il monologo si faceva troppo lungo.

Dopo l’apertura dei lavori da parte del professore coordinatore Soggiu, ed il primo round dei candidati chiamati uno ad uno a presentarsi, la platea sembrava incuriosita da un po’ tutti gli ospiti, i quali si sono descritti come appassionati di politica sin da giovani (Salaris), come imprenditori e sportivi (Daga), come gran lavoratori (Lubrano e Bruno), come educatori (Tilloca) ed infine come scarsamente interessati allo studio, ma tuttavia capaci di costruirsi un futuro roseo (Porcu). Toni pacati, silenzio diffuso tra il pubblico, solidarietà apparente tra i candidati. Apparente perché a partire già dal secondo giro, gli animi dei proponenti hanno cominciato a scaldarsi e le loro personalità ad emergere, spingendo così il pubblico a schierarsi. A ricevere qualche critica Daga, attaccato per aver elencato tutti gli interventi di ristrutturazione scolastica che è riuscito ad effettuare durante la sua militanza politica, in risposta alla domanda del professor Soggiu «cosa fare per il comparto scuola e cultura?». Ma anche per aver consegnato pubblicamente al preside Colledanchise una delibera con la quale lo autorizzava a sfruttare 400.000 euro per rifare il tetto del Liceo Scientifico.

Una concretezza ed un protagonismo che non sono stati dunque capiti ed apprezzati, ne dai giovani, che si sono trovati costretti ad ascoltare un monologo troppo lungo, ne dai candidati. A tal proposito Porcu si è sentito in dovere di ribattere, precisando che «quei 400.000 euro non li ha messi Daga di tasca sua ma i cittadini» così che, il candidato del Pd, tra gli applausi generali, non ha fatto altro che confermare e dire semplicemente al candidato Cinque Stelle che «ciò che conta è come vengono spesi i soldi pubblici», zittendo in tal modo Porcu. Piccoli scontri tra avversari a parte, tutti i candidati, eccetto Porcu che ha detto di non avere la soluzione al problema della dispersione scolastica, poiché solo gli studenti la possiedono, hanno risposto alla prima domanda, puntando l’accento sulla necessità di migliorare il servizio di orientamento e la formazione (Tilloca), sul bisogno di specializzazione (Salaris), di creare una rete di rapporti tra scuola e impresa, così da facilitare l’ingresso dei giovani nel mondo del lavoro ed infine sulla necessità di rendere più funzionali le strutture scolastiche, oltre che gli spazi pubblici inutilizzati.

La mattinata dedicata alla scuola procede poi e si conclude con un quesito posto dai protagonisti, ovvero gli studenti che, rappresentati da un alunno del Liceo, hanno chiesto agli aspiranti primi cittadini un’opinione in merito alla frase «con la cultura non si mangia». Tutti ovviamente, nell’esprimere il proprio dissenso, hanno dichiarato di considerare la cultura un valido strumento da sfruttare per rilanciare il territorio. In particolare, Bruno ha detto di voler mettere la cultura al primo posto e di voler investire nella scuola, Lubrano di continuare a coinvolgere le associazioni (come la Fondazione Meta), nella programmazione della cultura e di voler rendere fruibili ai giovani spazi presenti in città (come gli auditorium delle scuole). La Tilloca invece crede sia doveroso potenziare il web per meglio sfruttare le risorse culturali, come ad esempio mettere in rete le realtà bibliotecarie, Porcu ha insistito sulla necessità di delegare a persone competenti la gestione e promozione della cultura, la Salaris di puntare sulla promozione delle particolarità locali come la catalanità, mentre per Daga…non c’è tempo. La campanella suona!



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