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Alguer.itnotiziesardegnaOpinioniElezioniAl lavoro ma senza fare tutto da solo
Ignazio Angioni 20 ottobre 2014
L'opinione di Ignazio Angioni
Al lavoro ma senza fare tutto da solo
<i>Al lavoro ma senza fare tutto da solo</i>

Il Partito deve essere dei cittadini, e non può né deve vivere e sviluppare il suo futuro sulla caccia alle streghe, sul puntare il dito sull'uno o sull'altro protagonista della scena politica. La politica da intendere come un susseguirsi di stagioni che nascono, si chiudono e si rinnovano. Non ci sono rivincite da prendere, aiutiamo e aiuteremo la Giunta del governatore Pigliaru, questo non è in discussione. Esiste l'esigenza di un Congresso straordinario per discutere di temi fondamentali come la semplificazione del Ppr e l'investimento sulla formazione. Il primo è strumento da aggiornare per trasformarlo in motore di sviluppo per la Sardegna, non certo da considerare come un blocco per progetti nuovi.

Sulla formazione invece, credo si dovrebbe rimodulare una posizione che in partenza ha cercato di superare alcuni elementi degenerativi, ma che oggi deve necessariamente offrire a lavoratori e aspiranti tali una formazione all'altezza, competitiva. C'è poi anche da rivedere il meccanismo del master & back, che al momento ha solo e soltanto esportato i migliori talenti sardi oltre Tirreno. La diversità degli attori sulla scena deve essere prerogativa di crescita, mezzo utile e funzionale al dare nuovi stimoli e al trovare nuove ricette.

Non una rottamazione, ma un comune lavoro in cui l'esperienza sia guida e strada da seguire, sinergicamente al rinnovamento. Come in ogni esperienza politica anche quella del Partito Democratico ha in sé momenti ed elementi positivi e negativi, ma occorre partire proprio da quanto di positivo fatto per dare forma e vita ad una nuova stagione della politica sarda, come accadde nel 2004. Un partito, il Partito democratico, che per fortuna esiste ed è nato grazie ad una scommessa giocata con convinzione e vinta dalle forze in campo, ma che deve chiaramente trovare un suo equilibrio.

I protagonisti, sono e saranno gli uomini, le donne, i giovani e i meno giovani, i sardi che rappresentano l’ossatura e la grandezza del Partito Democratico. Diciotto mesi fa ho accettato con orgoglio e onore il ruolo di rappresentante della Sardegna al Senato della Repubblica, oggi accetto di confrontarmi con l'elezione alla segreteria regionale del Partito democratico. Non ci sono guerre fra avversari, provo anzi stima per loro, ma è chiaro che nella nuova idea di Sardegna i ruoli vanno ridefiniti e riassegnati in funzione del benessere dei cittadini, dello sviluppo del territorio e salvaguardia di tutte le sue componenti.

*candidato alla segreteria regionale Partito Democratico



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