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S.I. 11 novembre 2014
Sulcis: studenti in corteo all´Alcoa
Gli studenti sulcitani si preparano a scendere in piazza il 14 novembre per lo sciopero sociale. E´ stata organizzata un rete di pullman che in mattinata trasporterà i giovani dalle città di Carbonia e Iglesias fino a Portovesme, dove si svolgerà il corteo
Sulcis: studenti in corteo all´Alcoa

CAGLIARI - Il 14 novembre gli studenti, i lavoratori e i precari porteranno lo sciopero sociale nel Sulcis, un territorio la cui storia è simbolo di un mondo produttivo arretrato e dannoso. L’industria pesante ha lasciato ferite profonde sulla nostra terra, devastando l’ambiente e la salute delle persone. Oggi restano le macerie di un tessuto produttivo basato sul paradigma della produzione irresponsabile e parassita, che negli ultimi decenni ha cercato di rispondere alle sfide della globalizzazione economica tramite i sussidi statali e la cassa integrazione. A causa dell’assenza di una politica industriale all’altezza dei tempi, nel Sulcis la popolazione è arrivata a subire il ricatto che pone in alternativa il lavoro alla salute, un ricatto rafforzato dall’incertezza del futuro e dalla mancanza di una alternativa credibile ed efficace. Una delle province più povere d’Italia è oggi un cimitero, simbolo della morte del modello di sviluppo che ha sostenuto un sistema economico che non poteva avere altra destinazione se non il danno ambientale e la disoccupazione. Le nuove generazioni provano oggi il peso di questa eredità, con un tasso di disoccupazione al 47 % per i giovani tra 15 e 29 anni (Istat, 2013) e un numero sempre maggiore di nostri coetanei che parte all’estero alla ricerca di una speranza di futuro dignitoso, in fuga dalla miseria.
In un contesto così desolante noi studentesse e studenti abbiamo deciso di non rassegnarci e di prendere in mano le nostre vite per dare inizio alla rinascita del territorio a partire dai nostri bisogni materiali e dalle nostre aspettative per il futuro. Non deleghiamo a nessuno il diritto di decidere quale modello di sviluppo costruire nella nostra terra, né saremo impassibili di fronte all’attacco frontale che questo Governo porta avanti nei confronti dei diritti dei lavoratori e degli studenti.

Il Jobs Act e la Buona Scuola di Renzi troveranno una opposizione sociale determinata nel Sulcis. Il rilancio del nostro territorio non può che scaturire da investimenti pubblici ingenti nella garanzia del diritto allo studio, in settori e metodi di produzione che siano compatibili con l’ambiente e la vita umana. Rigettiamo al mittente le politiche di detassazione dei profitti avanzate da Renzi: il nostro territorio, dal quale sono scomparsi sia le imprese che il lavoro, è l’esempio lampante dell’inefficacia di questa strategia. Così come rifiutiamo il Jobs Act che vorrebbe destinarci tutti a un futuro di precarietà e ricatto sul luogo di lavoro. Rivendichiamo una politica industriale che parta dall’investimento in Istruzione e Ricerca per creare le basi necessarie di un sistema produttivo che alla qualità – non al basso costo del lavoro come vorrebbe Renzi – riesca a competere in una economia globalizzata. Ma questo non basta, perché un programma del genere necessita di lunghi anni per giungere a compimento, quindi è necessario provvedere all’istituzione del reddito minimo garantito e del reddito studentesco in modo da garantire a tutti la tutela dalla miseria e dall’esclusione dai percorsi formativi.

Il 14 novembre saremo davanti all’Alcoa, la fabbrica simbolo del mondo che vogliamo superare con le nostre idee e con la partecipazione attiva della popolazione nella costruzione dell’alternativa. Saremo insieme agli operai della FIOM CGIL che presidiano l’impianto da tempo: il conflitto tra generazioni esiste solo nella propaganda renziana, che mira a fomentare una guerra tra poveri. Non ci fermeremo di fronte al rifiuto di Renzi di rispettare le parti sociali, né ci faremo intimorire dalla strategia repressiva e violenta che il Governo ha adottato nelle ultime settimane. Per lo sciopero studentesco nello sciopero sociale, torniamo in piazza a ribadire che il nostro futuro non è uno slogan.



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