Mariangela Pala
20 gennaio 2015
Comitato Asinara al processo Darsena veleni
Giuseppe Alesso, presidente del comitato "Tuteliamo il golfo dell´Asinara", annuncia la costituzione di parte civile dell’associazione al processo sulla Darsena veleni

PORTO TORRES – Il comitato "Tuteliamo il Golfo dell’Asinara" s’è presentato lunedì mattina all’udienza preliminare del processo che vede imputati 8 rappresentanti delle controllate Eni “Sindyal” ed “ex- Polimeri” con l’imputazione di deturpamento delle bellezze naturali e disastro ambientale per costituirsi parte civile nei confronti degli imputati ed eventuali responsabili civili.
«Oggi inizia un lungo percorso che speriamo si concluda rapidamente con l’accertamento delle responsabilità e non con una prescrizione come accaduto di recente per fatti analoghi» dichiara Giuseppe Alesso, presidente del comitato, che prosegue «è curioso vedere costituirsi il Ministero dell’Ambiente in un processo contro delle società di cui il Ministero dell’Economia detiene la maggioranza relativa delle azioni. Se il governo italiano agisse come tale e non come azionista di una multinazionale non ci sarebbe bisogno dell’ennesimo processo di cui anche il fatto di arrivare a sentenza definitiva, date le precedenti esperienze, è tutt’altro che certo ».
Ma al di là dell’aspetto giuridico il Comitato esprime il suo disappunto per tutto quello che non è stato fatto a tutela della salute dei cittadini di Porto Torres da quando, dall’ottobre 2010, è stato interdetto l’accesso alla darsena servizi a causa dell’elevatissima concentrezione di benzene nell’aria.
«Sono passati più di 4 anni dalla chiusura della darsena e in tutto questo tempo, in attesa che venisse anche solo approvato un eventuale progetto di bonifica, nessuno ha osato chiedere all’Eni di mettere in atto delle misure per contenere tutto quel benzene che evapora dalla darsena e si diffonde nel territorio circostante. Eppure per Porto Torres i dati sull’incidenza di determinate malattie legate all’esposizione a tali inquinanti parlano chiaro. Anche i dati sul benzene nell’aria, registrati quotidianamente dalla centralina situata in via Pertini, a circa 3 km dalla darsena, sono più che eloquenti, dato che mediamente e sul periodo annuale, respiriamo più del triplo del benzene che si respira in una città più grande e trafficata come Olbia» prosegue Giuseppe Alesso «tutt’oggi, da agosto, il Comitato attende una risposta da parte dell’assessorto regionale all’ambiente per quanto riguarda l’adeguamento della rete di monitoraggio dell’aria.
Non è possible che una città come Porto Torres, con tutte le gravi criticità ambientali che purtroppo la caratterizza, abbia un sistema di controllo della qualità dell’aria pari a quello di una qualunque città in cui l’unica causa di inquinamento dell’aria è il traffico veicolare. Se se negli ultimi 20 anni avessimo avuto i dati sulla concentrazione di benzene e di altre sostanze organiche nell’aria, oggi la situazione sarbbe certamente differente e non ci sarebbe bisgono di alcun processo per disastro ambientale per inchiodare chi ha inquinato alle proprie responsabilità. Si sta colpevolmente continuando a tenere gli occhi chiusi e a far finta di non sapere».
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