D.C.
23 febbraio 2015
«Sant’Agostino pecora nera della città»
Alberi non potati, asfalto da rifare. Queste le condizioni della via Sant’Agostino di Alghero denunciate da un imprenditore del quartiere che "interroga" l’Amministrazione comunale

ALGHERO - È una delle vie commerciali di Alghero, vicino al centro storico della città quella di via Sant’Agostino, da qualche giorno presa ad esempio da alcuni imprenditori per denunciare la mancanza di decoro e nettezza in città. Un’accusa rivolta all’Amministrazione comunale che, agli occhi di Francesco Ceratola, titolare di una cartolibreria nella via, sceglierebbe «per non si sa quale motivo quali zone curare, tralasciando tutte le altre». «Non voglio pensare che Lei – dice rivolgendosi al sindaco Mario Bruno - si sia dimenticato della Via Sant'Agostino ma, abbiamo notato che il salotto buono della città, tovvero via XX Settembre, è oggetto di maggiori attenzioni da parte di tutta l'Amministrazione».
Da poco infatti questa è stata asfaltata e ripulita attraverso le opere di potatura al fine di «renderla più luminosa che mai», come ironizzato dallo stesso contestatore. «Si apprezza molto il lavoro svolto per la cura e la bellezza di una sola parte della città – spiega il commerciante - ma questo non basta. Non ci devono essere figli privilegiati rispetto ad altri, tutti facciamo parte della stessa famiglia che merita attenzioni».
E nel denunciare i vari difetti dell'arteria, come gli alberi infoltiti e l'asfalto da riprendere, chiede a gran voce spiegazioni. «Io tutto questo lo trovo scorretto – afferma sul finale - non solo verso una parte di cittadini che votano e che concorrono allo sviluppo di Alghero ma, trovo il comportamento da parte di questa Amministrazione di una scorrettezza che non ha precedenti verso tutta la città. Vorrei saper come è stata fatta la scelta di dare priorità a quella via piuttosto che ad un'altra. Vorrei tanto sapere se, nello scegliere avete lanciato i dadi o avete fatto testa o croce. Fate capire autonomamente lo stato delle cose, senza che il cittadino lo faccia in proprio».
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