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M.L.P.C. 28 marzo 2015
Tecnocasic Cagliari, allarme panno radioattivo rientrato: ora si indaga
Allarme radioattività al Tecnocasic rientrato: il “colpevole” era un panno radioattivo contenente Iodio 131, elemento usato per la radioterapia. Dall’Assessorato all’Igiene del Suolo l’invito ai cittadini, in caso di rifiuti speciali, di usare la massima attenzione
Tecnocasic Cagliari, allarme panno radioattivo rientrato: ora si indaga

CAGLIARI – L’allarme radioattività al Tecnocasic è rientrato. Sono intervenuti per mettere in atto una procedura che in questi casi di sospetta contaminazione è molto rigorosa Vigili del Fuoco, Prefettura, Asl, Arpas, Carabinieri del Noe e le ricerche del materiale radioattivo che ha causato valori più alti rispetto alla norma hanno permesso di rintracciare il “colpevole”. Si trattava di un panno ospedaliero che conteneva Iodio 131, elemento utilizzato per la terapia oncologica probabilmente buttato da qualche paziente tra i rifiuti indifferenziati.


Venerdì sera dall’Assessore all’Igiene del Suolo Anna Paola Loi viene precisato tramite nota stampa che a questo punto: «I tempi di decadimento della sostanza radioattiva non sono molto lunghi, ma occorrono comunque circa 30 giorni per ottenere lo stato di non pericolosità. Si possono intuire le conseguenze a cascata sul sistema di raccolta: i mezzi fermati vengono a mancare dalla squadra abitualmente al lavoro, con ripercussioni sui tempi di esecuzione, sui costi e sulla efficienza. Se poi il caso dei valori fuori norma si ripetesse lo schema verrebbe ugualmente replicato: uno dopo l'altro, un gran numero di autocompattatori o di altri camion da trasporto potrebbero finire fuori gioco».

«Per questo da oggi – continua l’Assessore - è stato istituito un circuito particolare che riguarda le zone ospedaliere: la raccolta viene effettuata da un unico mezzo per tutti i presidi sanitari, che peraltro già utilizzano una corsia separata quando si tratta di smaltire rifiuti speciali (come le garze da medicazione o altri scarti tipici delle attività sanitarie). Con questo accorgimento si cerca di restringere l'ambito di provenienza del materiale da analizzare per scoprire l'eventuale presenza di iodio 131».

«Diverso, e ben più complicato, sarebbe il caso di un conferimento scorretto da parte di un paziente in terapia nella propria abitazione: l'invito è quindi quello di utilizzare tutte le dovute precauzioni. In questo momento stiamo dialogando con la Asl e con i Noe, che hanno dichiarato la disponibilità a indagare sulla provenienza del rifiuto dai valori anomali. Intanto, però, De Vizia opera con una flotta di mezzi ridotta, fatto che potrebbe comportare ripercussioni sulla raccolta dei rifiuti».

Nella foto il Tecnocasic a Macchiareddu
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