S.I.
3 aprile 2015
«Scorie Nucleari, decisione sarà calata dall´alto»
«Le dichiarazioni dei ministeri dell’Ambiente e dello Sviluppo Economico confermano, non smentiscono, che, dopo una fase di cosiddetta partecipazione, totalmente irrilevante, la decisione su dove ubicare il deposito delle scorie nucleari sarà calata dall’alto ad opera di un comitato interministeriale». Cosi il consigliere regionale Cappellacci

CAGLIARI - «Le dichiarazioni dei ministeri dell’Ambiente e dello Sviluppo Economico confermano, non smentiscono, che, dopo una fase di cosiddetta partecipazione, totalmente irrilevante, la decisione su dove ubicare il deposito delle scorie nucleari sarà calata dall’alto ad opera di un comitato interministeriale. Un’ulteriore conferma è rappresentata da un rinvio, dovuto unicamente a ragioni elettorali, che non solo prova che si intende decidere unilateralmente, ma il Governo intende farlo in maniera vigliacca, scavalcando il periodo delle votazioni per evitare conseguenze in termini di consensi». Lo ha dichiarato Ugo Cappellacci, consigliere di Forza Italia e già presidente della Regione Sardegna.
«E’ facilmente ipotizzabile – prosegue Cappellacci- che nessuno sia così matto da presentarsi ai cosiddetti seminari di cui parlano i ministri per proporre la propria Regione e che quindi si arriverà inevitabilmente alla seconda fase indicata dai ministri dopo tanti giri di parole. E’ semplicemente ridicolo che in un comunicato stampa in cui non si dice nulla, all’insegna di quella segretezza ribadita dal ministro Galletti circa 20 giorni fa, si usino parole come iter trasparente e aperto al massimo coinvolgimento di cittadini e istituzioni locali».
«La Sardegna nel 2011 ha già assicurato il massimo livello di coinvolgimento dei cittadini con un referendum che ha visto il no alle scorie con una percentuale che supera il 97%. Tale pronunciamento democratico non può essere ribaltato né da seminari-farsa né da decisioni di un consesso di eletti da nessuno. Peraltro – prosegue Cappellacci- ricordiamo che in materia la Corte Costituzionale in passato ha chiarito che senza l’intesa della Regione Roma non può fare niente: pertanto qualsiasi atto in contrasto con il nostro ordinamento sarebbe illegittimo oltre che antidemocratico. Lo ribadiamo ai peggiori sordi, che fanno finta di non sentire: nessuno osi sfidare la volontà di un popolo espressa democraticamente».
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