Mariangela Pala
9 luglio 2015
Porto Torres, Contratti in scadenza: gli operai bloccano i cancelli
Impegni a salvaguardia della maestranze locali ancora una volta disattesi. Ex dipendenti della Tele Electra rimpiazzati con dei trasfertisti provenienti da Terni

PORTO TORRES - Impegni a salvaguardia della maestranze locali ancora una volta disattesi. Le azioni tese alla tutela dei lavoratori dell’indotto e del sistema delle imprese locali mediante la loro utilizzazione negli interventi di bonifica, così come stabilito nell’ Addendum del Protocollo d’intesa firmato dalle istituzioni (Provincia, Regione e Ministero) sulla chimica verde nel maggio del 2011, quasi vanificate. Ancora una volta i contratti in scadenza delle aziende esterne per cui lavorano, obbligano gli operai a protestare contro la politica e i sistemi di organizzazione aziendale dell’Eni. I lavoratori sono stati rimpiazzati con dei trasfertisti provenienti da Terni.
Questo è' quanto accaduto agli ex dipendenti della Tele Electra, società specializzata in campo elettrostrumentale che opera nell'indotto dell'area industriale di Porto Torres. Ieri la protesta di solidarietà di tutti i dipendenti delle società esterne che lavorano a supporto dell'attività dei nuovi progetti legati alla filiera della chimica verde, oltre 400 operai che hanno manifestato davanti ai cancelli del polo petrolchimico con la paura che quanto accaduto sia solo l'inizio di un fenomeno inarrestabile. La manifestazione proclamata spontaneamente dai lavoratori ha incontrato la solidarietà dei sindacati di categoria e del sindaco di Porto Torres, Sean Wheeler che si è recato sul posto per manifestare agli operai la propria vicinanza e quella dell'amministrazione.
«Per quattro operai si erano liberati dei posti di lavoro all’interno della Tele Electra ma sono stati sostituiti da maestranze di fuori con le stesse qualifiche, lasciando a casa la manodopera locale. La madre da cui hanno origine questi ricatti è l’Eni», ha dichiarato il responsabile Fsm-Cisl del nord Sardegna, Luigi Bitti. Gli accordi del 2011 prevedevano la salvaguardia delle ditte locali attraverso iniziative finalizzate sia a contenere gli effetti della fermata temporanea degli impianti, che a contribuire alla ripresa economica del territorio massimizzando il riscorso alle imprese e al personale dell’indotto. Ogni tentativo dei dipendenti e dei loro rappresentanti sindacali di ottenere spiegazioni sull'accaduto è stato respinto dall'azienda con la giustificazione che i trasfertisti reclutati sono in possesso di requisiti professionali che sul territorio mancano.
Una giustificazione che non convince i lavoratori sicuri che, la manodopera locale comporta sgravi fiscali e consente di risparmiare sui costi di trasferta, nonostante si continui a privilegiare gli “esterni” che una volta terminato il contratto vanno via senza reclamare la continuità dell’attività lavorativa. Alla fine del mese altri 25 lavoratori della ditta Edicom resteranno fuori dal processo produttivo, per loro è terminata la rotazione della cassa integrazione e non vi è disponibilità di alcun ammortizzatore sociale. Intanto l’astensione volontaria dal lavoro prosegue, gli operai questa mattina hanno bloccato la portineria a mare e quella centrale: l’intenzione è quella di scioperare ad oltranza.
|