S.A.
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Beppe Severgnini ad Alghero
Nuovo appuntamento ad Alghero per Dall´altra parte del mare, il festival curato e organizzato dall´Associazione Itinerandia. Alle 20,30, nel giardino di Villa Mosca, Beppe Severgnini incontrerà i lettori per presentare, in dialogo con Raffaele Sari, il suo libro "Socrate, Agata e il futuro. L´arte di invecchiare con filosofia"

ALGHERO - Martedì 26 agosto serata speciale ad Alghero per Dall'altra parte del mare, il festival curato e organizzato dall'Associazione Itinerandia. Alle 20,30, nel giardino di Villa Mosca, Beppe Severgnini incontrerà i lettori per presentare, in dialogo con Raffaele Sari, il suo libro "Socrate, Agata e il futuro. L'arte di invecchiare con filosofia" (Rizzoli). Beppe Severgnini, è editorialista del “Corriere della Sera”, dove ha creato “Italians” e diretto il settimanale “7”. Opinion writer per “The New York Times” dal 2013 al 2021, è stato corrispondente in Italia per “The Economist”. È autore di molti bestseller: il primo è Inglesi (1990), il più recente Neoitaliani (2020), pubblicato negli USA col titolo Italian Lessons (2022). La Bella Figura (2006) – traduzione di La testa degli italiani (2005) – è diventato un New York Times bestseller. Il festival Dall'altra parte del mare è ideato e organizzato dall'Associazione Itinerandia con la collaborazione della Libreria Cyrano e il sostegno della Regione Autonoma della Sardegna, della Camera di Commercio e delle Amministrazioni di Alghero e Putifigari.
Il libro: La vita umana, insegna l’induismo, si divide in quattro periodi: il primo serve per imparare, guidati da un maestro; il secondo per realizzare sé stessi; il terzo per insegnare e trasmettere la conoscenza; l’ultimo, segnato da un progressivo disinteresse verso le cose materiali, per prepararsi al congedo. Molti, oggi, non lo ammettono. Nonostante l’età, continuano a sgomitare, spingere, accumulare. Inseguono cariche, conferme, gratificazioni sociali. Non sanno rallentare, ascoltare, restituire. Con l’aiuto di una nipotina che insegna il disordine quotidiano (e mette i palloncini sul busto di Socrate), Beppe Severgnini riflette sul tempo che passa e gli anni complicati che stiamo attraversando. «Le cose per cui verremo ricordati – scrive – non sono le cariche che abbiamo ricoperto e i successi che abbiamo ottenuto. Sono la generosità, la lealtà, la fantasia, l’ironia. La capacità di farsi le domande giuste.» Don’t become an old bore, non diventare un vecchio barbogio: ecco l’imperativo. L’autore invita a «indossare con eleganza la propria età». Per farlo serve comprendere il potere della gentilezza, imparare dagli insuccessi, allenare la pazienza, frequentare persone intelligenti e luoghi belli, che porteranno idee fresche. Serve accettare che c’è un tempo per ogni cosa, e la generazione dei figli e dei nipoti ha bisogno di spazio e incoraggiamento. Non di anziani insopportabili.
Nella foto: Beppe Severgnini
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