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Mariangela Pala 11 luglio 2015
Porto Torres: indotto, confronto tra Eni e sindacati
Giovedì 16 luglio è stato fissato l’incontro tra Eni e i sindacati per discutere delle problematiche che hanno costretto i lavoratori dell’indotto ad astenersi dal lavoro
Porto Torres: indotto, confronto tra Eni e sindacati

PORTO TORRES - È un rapporto sempre più travagliato quello che lega il gruppo Eni con le aziende dell’indotto dell’area industriale di Porto Torres. La Filca– Cisl di Sassari ha comunicato, tramite Franco Piano, membro della segreteria territoriale che, giovedì 16 luglio è stato fissato l’incontro tra Eni e i sindacati, presso la sede dell’associazione industriali per discutere delle problematiche che hanno costretto i lavoratori dell’indotto ad astenersi dal lavoro. Nei giorni scorsi gli operai delle ditte esterne avevano presidiato l’ingresso delle due portinerie della zona industriale, in attesa di novità sui lavoratori in mobilità che rischiano di uscire definitivamente dal ciclo produttivo.

L’incontro previsto per giovedì – che sospende la protesta degli operai - sarà occasione per chiarire alcuni aspetti del protocollo d’intesa firmato nel 2011, nel quale va inserita una clausola che obbliga un’azienda che subentra ad un’altra a privilegiare l’assunzione degli stessi lavoratori già inseriti nell’appalto. Quello tra il colosso Eni e i lavoratori dell’indotto è un rapporto in crisi da diversi anni, – da quando arrivarono le prime avvisaglie della chiusura dell’impianto cracking - e deterioratosi ancor di più con la nomina del nuovo dirigente, l’amministratore delegato Claudio Descalzi, la cui politica aziendale sembra trascurare le aziende locali, con un organizzazione del’attività produttiva sembra più mirata a “risparmiare” sulla manodopera del posto.

Con tutte le conseguenze che non sono difficili da intuire: in primo luogo gli investimenti pare siano diretti altrove, fuori dal territorio sardo senza che si faccia chiarezza sul futuro delle ditte esterne locali. Situazione assai preoccupanti per gli addetti ai lavori. Intanto l’impresa Tele Electra ha dato disponibilità ad assumere i 4 lavoratori dell’ex consorzio “Mss” - sostituiti da altrettanti lavoratori di fuori - con un contratto a termine dal 20 luglio al 20 settembre.

Scelte aziendali che il sindacato definisce “incomprensibili” e per le quali si spera in un intervento del governo, in modo che detti una politica industriale più attenta all’occupazione e all’indotto interno in quella che è e resta un’azienda a controllo pubblico (con circa il 30% delle azioni). Secondo i sindacati per cambiare le politiche di Eni non basta la Regione ma serve un’azione dell’esecutivo nazionale. Pare infatti che il piano industriale non abbia trovato molto riscontro nella politica del governo centrale. Il messaggio insomma è chiaro: se qualcuno a Roma sta ascoltando, batta un colpo. E in fretta.



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