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Argentino Tellini 9 ottobre 2015
Porto Torres, storia del calcio: la grande Turritana del ‘53
Nel 1953 in Italia non c´era la televisione, che venne ufficialmente inaugurata solo a gennaio dell´anno successivo. Tutti ascoltavano la radio, nelle seguitissime dirette sportive furoreggiavano le imprese ciclistiche di Fausto Coppi
Porto Torres, storia del calcio: la grande Turritana del ‘53

PORTO TORRES - Nel 1953 in Italia non c'era la televisione, che venne ufficialmente inaugurata solo a gennaio dell'anno successivo. Tutti ascoltavano la radio, nelle seguitissime dirette sportive furoreggiavano le imprese ciclistiche di Fausto Coppi. Anche il calcio nel Paese era molto popolare, ma a Porto Torres dominava il pugilato, con quei formidabili campioni allenati da Baciccia che facevano già epoca, come Mario Solinas, Gigi Colombino ed Elio Giaconi. Gli Altana, Fiori, Striano e Iacomini sarebbero venuti qualche anno dopo.La città era da poco uscita dalla guerra, con i suoi lutti e tragedie, come quelle dell'Onda e della Corazzata Roma. La gente aveva voglia di ricominciare, ricostruire e di tornare a vivere. Porto Torres ad inizio anni 50 aveva all'incirca 9mila abitanti, che vivevano di porto, pesca, commercio e agricoltura. I portuali erano oltre 500, tra fissi, a chiamata e "saurranti", coloro che portavano a spalle i carichi di sabbia nei bastimenti. Gli svaghi erano pochi: la passeggiata al Corso, qualche bar alla moda, i balli al “Ciao Bella”.

La Domenica sera tutti al cinema del Cavalier Piras, ubicato dove attualmente c'è il Centro culturale, mentre nel pomeriggio i turritani presero l'abitudine a frequentare il campo sportivo di calcio, che sino al 1953 si trovava nella zona della "Marinella", praticamente dove sorgeva il deposito della Esso, recentemente demolito. I terreni di gioco in Sardegna erano tutti in terra battuta, di erbetta neanche a parlarne, anche allo stadio Amsicora di Cagliari il prato verde venne piantato solo nel 1964. Le squadre più forti a livello regionale erano, oltre al Cagliari e la Torres, il Carbonia ( che fu per qualche anno la principale squadra sarda), l'Ilvarsenal di La Maddalena e l'Olbia.

A fine anni 40 molto agguerrita fu addirittura la squadra dell'Argentiera, che giocò in serie D e sconfisse pesantemente nel 1949 niente meno che la Torres.La formazione del borgo aveva alle spalle una potenza economica notevole, costituita dalla dirigenza della fiorente miniera. La squadra ovviamente seguì le sorti della miniera stessa e già a fine anni 50 era praticamente scomparsa. Oggi del campo glorioso dell'Argentiera rimane solo un palo annerito della porta in uno spiazzo pieno di rovi un chilometro dopo Porto Palmas. E a Porto Torres com'era il livello calcistico nel dopo guerra? Agli inizi poco più che amatoriale. Nel 1946 venne fondata la Turritana.La chiamarono così i suoi fondatori e giocatori Nanduccio Sini, il noto "Primavera" poi stimato spedizioniere, e Giovanni Rivieccio, diventato in seguito il famoso imprenditore ittico.

Ancora prima, negli anni 30, la squadra locale si chiamava Filippo Corridoni, in memoria di un sindacalista dell'epoca. In quegli anni si giocava però in un campo improvvisato dietro i capannoni del Consorzio Agrario, già da allora esistente. Poi il trasferimento al campo della Marinella.Dal 1946 per qualche anno in città si giocò un calcio ruspante, anche se la squadra era abbastanza forte e sempre più seguita dal pubblico. Vinse due campionati ( anzi in uno fu ripescata dopo lo spareggio col Carloforte a Cagliari, svoltosi nel mitico campo di Via Pola), passando dalla terza divisione alla prima, alle soglie del calcio professionistico. Nel 1950 venne chiamato alla presidenza della Turritana Andreino Cossu, spedizioniere e padre di Eugenio, il futuro sindaco. Con lui avvenne il salto di qualità.

Nel 1953 infatti fu allestita una super squadra, già forte nella stagione precedente, l'ultima in cui si giocò alla Marinella. La Turritana nella stagione 53/54 si trasferì all'Angelo Occone di Via Petronia, chiamato così in onore dello straordinario nuotatore turritano scomparso prematuramente nel 1946, a soli 24 anni. Ogni domenica il campo si riempiva all'inverosimile, con punte di 1500 paganti,cosa impensabile oggi. Del resto, come già detto, di svaghi la domenica a Porto Torres ce n'erano pochissimi, ma ad attirare le folle c'era anche una squadra eccellente. Vi militavano tra l'altro ottime individualità locali. Spiccava fra queste la velocissima ala sinistra Giovanni Sechi ( poi tanti anni vigile), che smise l'attività per malattia proprio nel 1953. Cominciava inoltre a mettersi in luce il poderoso centromediano Alfredino Masala, in seguito apprezzato segretario particolare di suo cugino Francesco Cossiga e con lui Capo di Gabinetto al Quirinale negli anni della Presidenza della Repubblica.

Il più bravo però era l'oggi ottantaseienne Gavino Masala, per tutti "Samboccia", centrocampista potente e dal tiro micidiale, sicuramente il miglior giocatore espresso da Porto Torres nei primi anni 50. Cossu e gli altri dirigenti, fra i quali Monduccio Polese e Giuliano Fara, proprietario del più grande stabilimento in città, costruirono la squadra dei sogni, attrezzata per vincere il campionato ed approdare fra i professionisti. Quei giocatori( inutile negarlo) percepivano già da allora un consistente rimborso spese e qualcuno della nuova squadra, come Ronzi, Guidi e Puttinati, in pratica era già da anni un professionista. La Turritana divenne quindi una delle formazioni sarde da battere.

La società fece altri importanti acquisti, come quello del formidabile centravanti Silverio Multineddu (il signore di 85 anni che gestisce ancora oggi il negozio di moda "Petronius" di Sassari) e dei mediani Foddai e Lullia,il primo sassarese, l'altro eccentrico maddalenino. Ma l'acquisto principe del 1953 fu indubbiamente l'altro centrocampista Ezio Ronzi, prelevato dal Cagliari. Ronzi fu uno dei più grandi talenti del calcio italiano degli anni 50, come ci ha ricordato l'Unione Sarda qualche mese fa, quando dedicò un ampio servizio al giocatore.

Insomma, ai rossoblu della Turritana per vincere il massimo campionato sardo non mancava nulla. Allenatore era Armando Latella, un tecnico preparatissimo, che guidò dalla panchina anche il Cagliari e la Torres. Da Cagliari proveniva anche Porcu, ala sinistra autore di un indimenticabile gol nella vittoria casalinga della Turritana contro l'Olbia. I galluresi in un campo straripante di folla, vennero sconfitti per 2 a 0, con suggello finale in contropiede di Multineddu, che beffò il suo marcatore Gustavo Giagnoni, di cui era la conclamata bestia nera. Giagnoni in seguito fu grande giocatore per tanti anni del Mantova in serie A ed apprezzato allenatore di Bologna, Cagliari, Milan e Torino, con il quale pose le premesse per l'ultimo scudetto granata del 1976. Nella Turritana del 1953 militava anche uno straniero: lo svedese Feisberg, abile ala sinistra. Il culmine della stagione si registrò contro il Cus Cagliari,seconda squadra del capoluogo, in un Occone colmo di pubblico all'inverosimile. Ancora un secco 2 a 0 per i locali, con solita doppietta del bomber Multineddu. Tuttavia la Turritana, pur essendo fra le favorite al salto di categoria, non riuscì a centrare la promozione fra i professionisti: arrivò seconda pur disputando un grande torneo.

Il campionato venne vinto all'Olbia,sconfitta sonoramente dai turritani. Sono passati tanti anni da allora, ma qualcuno, i più anziani in particolare, ancora ricordano quella grandissima squadra, che deve essere di diritto annoverata fra le più forti di sempre in città. Certo, era un calcio diverso, più lento e meno tattico, ma era anche di gran lunga più ruvido e duro, con rigidissime marcature a uomo e botte da orbi, sia in campo che talvolta negli spalti, dove il pubblico si accalcava minaccioso alle reti di recinzione. I terreni di gioco diventavano delle arene, le partite sovente si trasformavano in corride. Non doveva essere sicuramente facile giocare in quelle atmosfere infuocate, dove tutto era permesso. Il portiere della Turritana del 1953 era lo scultoreo Piazzi, terzini erano Arrigoni e Guidi, provenienti dalla Torres.

Al centro della difesa operava Alfredino Masala, maestro dell'anticipo e delle palle alte. A centrocampo giostrava il bizzarro ed estroso maddalenino Lullia (che si alternava con Foddai), coadiuvato dal fantasioso Aristide Giampaoli, in seguito calzolaio e grande scopritore di talenti turritani. Completava il reparto Gavino Masala, il "Samboccia" turritano, dal tiro di sinistro potente come una fucilata. A ricucire il gioco sulle ali Puttinati, altro elemento ex Torres dalla classe cristallina,un lusso per la categoria.In avanti il perno era naturalmente Multineddu,bomber dallo scatto micidiale. Con lui facevano coppia a turno il cagliaritano Porcu e lo svedese Feisberg. L'uomo squadra era il magnifico Ezio Ronzi, ex Cagliari.

Lo splendido giocatore conduceva però fuori dal campo una vita tumultuosa, fra donne e grandi bevute. Abitava in pensione in Via Libio, ma una notte di tarda primavera del 1954, si mormorò per debiti, abbandonò improvvisamente l'abitazione e non tornò mai più in città. Di lui si seppero solo frammentarie notizie. La stagione successiva per ragioni economiche la squadra venne smantellata. Dal 1955 a Porto Torres si tornò per qualche stagione ad un calcio meno forte e puramente dilettantistico. Non mancarono nuovi talenti fra i portotorresi, come il difensore Angelo Chessa, detto " la roccia", il centrocampista Antonio Chessa (futuro grande Presidente del Porto Torres), il grande attaccante Antonio Capasso ( tanti anni nei semiprofessionisti a Sorso), l'ala sinistra Rodolfo Cermelli ( poi imprenditore).

Cominciava ad affermarsi inoltre il grande talento di Nello Masia, detto "Mattana" per la sua corsa ed il furore agonistico. Ai posteri va comunque tramandata la formazione tipo della grande Turritana della stagione 1953/54,che fece sognare gli sportivi e palpitare i cuori delle ragazze locali, che già da allora frequentavano in massa l'Occone: Piazzi, Guidi, Arrigoni,Lullia( Foddai), Alfredino Masala, Gavino Masala, Puttinati, Gianpaoli, Multineddu, Renzi, Feisberg (Porcu). Una curiosità: disputò qualche partita il giovanissimo Gianpaolo Bazzoni, poi famoso scrittore e commediografo turritano. Era un buon centrocampista,veloce e tecnico, ma smise subito di giocare.

Lo scenario storico in cui si cimentò la Turritana nella stagione 53/54 e in quelle immediatamente successive era totalmente diverso da quello degli anni 60 in poi. Nessuno a quei tempi, neanche le menti più fantastiche, avrebbero potuto immaginare che la nostra città si sarebbe trasformata solamente qualche anno dopo in una delle più grandi realtà industriali del Paese, con tutti i vantaggi, le contraddizioni ed i problemi che ne sarebbero conseguiti. Ma questa è già un'altra storia.

*In piedi da sinistra: Piazzi,Giampaoli, Guidi,Foddai,Arrigoni, Ronzi
Accosciati da sinistra: Puttinati, Multineddu,Bazzoni,Lullia,Feisberg



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