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Attilio Dedoni 1 novembre 2015
L'opinione di Attilio Dedoni
Sardi cavie di un fallimento
<i>Sardi cavie di un fallimento</i>

Una moratoria di tre anni contro l’imposizione del pareggio di bilancio: è ciò che prevede la legge di stabilità per le Regioni a Statuto speciale. O meglio, per quasi tutte le Regioni a Statuto Speciale. Più precisamente, per tutte tranne una. E questa, neanche a farlo apposta, è la Sardegna, che il pareggio di bilancio lo ha voluto sperimentare per prima in Italia, con risultati talmente entusiasmanti che le altre Regioni, forti del loro peso politico ben maggiore del nostro, hanno pensato bene di dire allo Stato: ‘No, grazie, almeno per i prossimi tre anni non se ne parla, poi magari si vedrà’.

E’ questo l’effetto della sperimentazione fortemente voluta dall’assessore Paci: le altre Regioni a Statuto speciale, piuttosto che accettare di fidarsi di uno Stato i cui tagli e i cui ritardi nei trasferimenti delle somme dovute, con il pareggio di bilancio, rischiano di mandare in bancarotta le casse degli enti territoriali, hanno preferito tenersi il regime attuale. Eppure, dopo l’appassionata difesa dell’accordo con il ministro Padoan messa in campo dal nostro Assessore, già ci immaginavamo le altre Regioni autonome bussare alle porte di Palazzo Chigi per chiedere di poter adottare anche loro il nuovo regime di bilancio e magari correre a ritirare i ricorsi presentati per mettere in mora lo Stato debitore, sulla scia tracciata dal nostro lungimirante esecutivo. E invece no. Anzi, tutt’altro: visti i primi risultati, le altre Regioni a Statuto speciale sono salite sulle barricate e, sfruttando le loro superiori doti di persuasione, hanno imposto al Governo di rinviare di qualche anno l’entrata del nuovo regime, lasciando la Sardegna allineata con le Regioni a Statuto ordinario. Si dimostra così quanto vale la nostra Autonomia, quando a doverla trasformare in risultati concreti sono gli stessi soggetti che accettano supinamente di ritirare i ricorsi, e rinunciare così al loro status di creditori, solo per fare un favore al Governo ‘amico’.

A questo punto, sarebbe lecito aspettarsi una riflessione di qualche tipo in quel di viale Trento, ma tutto tace. Come mai il presidente Pigliaru non lancia un accorato appello ai suoi colleghi governatori, per ribadire la bontà delle scelte fatte dal suo Assessore e convincerli a ritornare sui loro passi? Oppure il pareggio di bilancio si sta rivelando così vantaggioso da doverne essere gelosi, da volercelo tenere tutto per noi e non volerlo condividere con nessuno? Ironia a parte, quanto previsto nella legge di stabilità dimostra che, a tutti i livelli, si ha piena coscienza del fatto che l’esperimento imposto alla Sardegna è miseramente fallito. Ancora una volta, a tutti i livelli tranne uno: quello della nostra Giunta.

*capogruppo dei Riformatori Sardi – Liberaldemocratici in Consiglio regionale



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