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A.B. 12 novembre 2015
Energia: «nessun nuovo collegamento con l´Isola»
«Nel piano di sviluppo predisposto, non c´è un nuovo collegamento oltre il Sapei, il cavo sottomarino di collegamento elettrico tra Sardegna e Penisola», dichiara l´ad di Terna Del Fante. «Centrali? Sardegna in maggiore sofferenza», conferma l´ex segretario della Cgil Epifani
Energia: «nessun nuovo collegamento con l´Isola»

CAGLIARI - «Nel piano di sviluppo predisposto, non c'è un nuovo collegamento con la Sardegna oltre il Sapei, il cavo sottomarino di collegamento elettrico tra Sardegna e Penisola italiana». Lo ha detto l'amministratore delegato di Terna Matteo Del Fante nel corso della sua audizione alla Commissione Attività produttive della Camera, dove ha tra lìaltro risposto alle domande sulla soppressione delle centrali di Ottana, Porto Torres e Portovesme dei due componenti sardi, i deputati Emanuele Cani (Pd) e Andrea Vallascas (M5S). Chiusure sulle quali la Regione Autonoma della Sardegna ha chiesto un incontro urgente al ministro Federica Guidi ed al sottosegretario alla presidenza Claudio De Vincenti. In tema di approvvigionamento di elettricità, ha aggiunto Del Fante, «il progetto Algeria-Sardegna si è rivelato non percorribile dal punto di vista economico per la profondità del mare e la sua lunghezza». Per riequilibrare lo svantaggio competitivo delle imprese sarde resta invece d'attualità l'idea di rifornimenti navali di gas naturale liquido. Anche se da alcune settimane il governatore Pigliaru ha rilanciato l'ipotesi di un “tubone” di collegamento fra la Toscana e l'Isola. Un'eventualità valutata nei giorni scorsi assieme al presidente toscano Enrico Rossi.

Sulla questione delle centrali elettriche della Sardegna che potrebbero avviarsi a chiusura perchè non ritenute più essenziali al sistema elettrico, «siamo disponibili a un confronto più puntuale nella sede che riterrete più opportuna sui temi che riguardano la Regione», ha proseguito Matteo Del Fante. Ciò detto, «il messaggio di base di Terna sull'essenzialità è che si tratta di un punto di vista prettamente tecnico per la nostra missione di minimizzare il costo degli oneri in bolletta» e «mantenere sicurezza, stabilità e adeguatezza elettrica», spiega, precisando che questa è «la posizione dell'azienda sugli impianti essenziali che possano o non possano avere questo regime», decisione che comunque dovrà essere presa dall'Autorità per l'energia. Ai deputati che gli riportavano le preoccupazioni circa l'alto costo dell'energia elettrica nell'Isola, l'amministratore delegato spiega però che chiudendo le centrali «purtroppo il costo scende». Infatti, precisa, «nel momento in cui per parametri tecnici uno o due impianti non sono più ritenuti essenziali si smette di corrispondere in bolletta i sussidi a quegli impianti».

Certo, precisa l'ad Del Fante, in caso di chiusura ci sono «altre conseguenze», come quelle occupazionali (quantificate da Confindustria e dai sindacati sardi in 2mila persone, ndr). Rispetto a queste, «per quanto possibile abbiamo attenzione per gli altri temi sollevati: non penso ci siano problemi per l''azienda a confrontarsi nello specifico - ribadisce l'ad - e non credo che le informazioni siano tutte negative». Sul fronte dell'affidabilità della rete elettrica sarda, nel caso di chiusura delle centrali, «l'affidabilità è il nostro mestiere - dice Del Fante, e - siamo disponibili a parlarne in maniera costruttiva». Tra le precisazioni chieste da Cani e Vallascas, c'è il fatto che nelle slide presentate alla Commissione non ci sono opere specifiche per la Sardegna. Ciò accade «perchè le altre sono opere nuove - conclude Del Fante - l'obiettivo di fondo di Terna è rinforzare la dorsale, e poi ci sono altre infrastrutture importanti con un impatto economico e occupazionale».

Quello sollevato dai deputati Cani e Vallascas è «un tema di grandissimo interesse». Guglielmo Epifani, presidente della Commissione Attività produttive, lo dice al termine dell'audizione dell'amministratore delegato di Terna Del Fante, nella quale si è affrontato anche il tema della possibile chiusura di alcune centrali elettriche sarde che andrebbero verso la dichiarazione di «non essenzialità» per il sistema elettrico nazionale. «Se guardo la situazione italiana, la Sardegna è in posizione di maggiore sofferenza da tutti i punti di vista - spiega l'ex segretario Cgil e leader Pd - industriale, economico, occupazionale, dei collegamenti navali e aerei». Insomma, si registra «un livello di problemi che nessuna altra regione ha - conclude - anche la Calabria è connessa a un sistema di transito diverso».
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