Silvio Lai
20:49
L'opinione di Silvio Lai
Porto Torres isolata nel sistema, solo promesse senza valore
L’audizione di ENI Versalis, svoltasi ieri in Commissione Attività Produttive della Camera, ha purtroppo confermato che siamo di fronte a un disimpegno strategico dell’Italia da uno dei settori industriali chiave della manifattura: la chimica di base. E Porto Torres, ancora una volta, viene lasciata ai margini con nulla in mano, se non parole. ENI annuncia un piano di “trasformazione e rilancio” da oltre 2 miliardi di euro al 2030, ma la verità è che si tratta di un’operazione di facciata: una gigantesca manovra di propaganda istituzionale senza contenuti economici solidi né valenza politica reale. Nessun ritorno industriale è garantito, nessun piano è trasparente, nessuna verifica indipendente è prevista. Porto Torres, pur citata nel documento ufficiale come sito attivo nella chimica da fonti rinnovabili, non riceve un solo euro di nuovi investimenti. Anche se si tratta di piani di discutibile credibilità come nel passato quello della chimica verde, a Priolo ENI prevede la costruzione di una bioraffineria da 500.000 tonnellate/anno e un impianto di riciclo chimico, a Brindisi, si svilupperà una filiera da 750 milioni di euro per batterie e accumuli, mentre Porto Torres rimane esclusa da qualsiasi progetto misurabile. Né riciclo, né bioplastica, né filiere integrate. Soltanto generici richiami alla chimica verde, senza cifre, senza roadmap, senza garanzie occupazionali o industriali. Siamo di fronte a un sito isolato, non integrato con il resto del sistema produttivo nazionale, abbandonato da un’azienda che è partecipata dallo Stato e che dovrebbe avere compiti strategici, non solo finanziari. ENI stessa certifica che Versalis ha accumulato oltre 8 miliardi di euro di perdite dal 2008, senza alcun piano credibile per invertire la tendenza. Il documento presentato ieri è un collage di buone intenzioni e parole d’ordine ESG, ma privo di indicatori economici verificabili, ROI attesi, payback period o valutazioni di impatto reale. Il Governo Meloni ha scelto di non intervenire. Copre questa ritirata industriale con il silenzio e l’inerzia. Mentre si parla di autonomia strategica europea, in Italia si rinuncia alla produzione di molecole fondamentali come etilene e propilene, preferendo importarle da Paesi extra-UE a costo ambientale altissimo. È una contraddizione che il Governo accetta senza battere ciglio. Un governo serio chiederebbe ad ENI la pubblicazione integrale di tutti i documenti industriali e finanziari che giustificano la riorganizzazione di Versalis. Un governo serio chiederebbe l’inserimento del sito di Porto Torres in un sistema industriale integrato, che ne valorizzi competenze e infrastrutture, garantendo collegamenti reali con le filiere produttive nazionali, a partire dalla chimica rinnovabile e circolare. Un governo serio convocherebbe la cabina di regia prevista dalla legge e mai convocata per impedire la desertificazione industriale della Sardegna. La transizione ecologica non può essere l’alibi per smantellare interi settori produttivi. Porto Torres ha competenze, infrastrutture e storia industriale. Ma senza una direzione strategica e un investimento vero, rischia di diventare solo un monumento alla retorica del greenwashing.
*il deputato Pd Silvio Lai, della Commissione Bilancio della Camera
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