«Adesso termina il mio silenzio», dichiara Giuseppe Irranca convinto «che fin da subito ci sia chi ha tentato di insabbiare o di deviare l’opinione pubblica» dopo la tragica morte della sua compagna, mamma di un bimba di 9 anni. La sua denuncia
ALGHERO - Rompe gli indugi ed il silenzio nel quale si era ritirato dopo quella tragica domenica di giugno di due anni fa, Giuseppe Irranca (
nella foto), il compagno di Raimonda Asole Marcialis, la mamma deceduta in seguito alla caduta dalle scale del teatro di Alghero nel 2017. Oggi però, dopo che il giudice per l'udienza preliminare del Tribunale di Sassari ha deciso il rinvio a giudizio per il direttore della Fondazione Alghero e il tecnico a cui era affidato il servizio antincendio e di emergenza del teatro, vuole che tutti sappiano qual'è il suo pensiero.
Se fosse per lui, infatti, le responsabilità sarebbero già chiare. Il suo dito è puntato sul Comune di Alghero, “proprietario” del Civico Teatro, «per la mancata messa a norma della struttura cittadina», che a suo dire «non aveva neanche le minime dotazioni di sicurezza». Per Irranca, la caduta di Raimonda era tutt'altro che «banale», come riportato da
Alguer.it: «Certi termini hanno peso, spesso si usano anche per toglierlo il peso» dice lui, che la ritiene «un'espressione che può apparentemente alleggerire le reali responsabilità per chi legge e non sa». Le sue sono parole pesanti come macigni, ma è convinto «che fin da subito ci sia chi ha tentato di insabbiare o di deviare l’opinione pubblica».
I suoi dubbi coinvolgono anche quei tragici momenti dei soccorsi perchè dice, «il 118 non ha chiamato le Forze dell’ordine sul posto» e «per più di due ore e mezza al Pronto soccorso di Alghero non sono stati chiamati né Polizia, né Carabinieri». Infine, Giuseppe Irranca si domanda perchè il Comune e il sindaco di allora «abbiano continuato a far svolgere gli eventi anche due giorni dopo la caduta e poi ancora dopo il decesso di Raimonda». Nel frattempo - conclude - nel teatro sono stati messi gli scorrimano, luci, strisce antiscivolo e squadre di personale della sicurezza più numerose. «Adesso il giudice farà le sue considerazioni e deciderà sulle responsabilità, mi auguro che chi ha sbagliato paghi, che chi ha deciso di far proseguire gli spettacoli, si metta una mano sulla coscienza. Ho avuto la solidarietà di tanti amici, ma non del mio Comune».