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A.B. 16 gennaio 2016
«L´agricoltura ha cambiato rotta dal 2014»
«Speso tutto quello che si poteva spendere del Programma di sviluppo rurale», ha dichiarato l´assessore regionale dell´Agricoltura Elisabetta Falchi
«L´agricoltura ha cambiato rotta dal 2014»

CAGLIARI - «La rotta del comparto agricolo sardo è cambiata e sta cambiando da quando, nel marzo del 2014, ci siamo insediati alla guida della Regione». Lo ha detto ieri (venerdì), l’assessore regionale dell’Agricoltura Elisabetta Falchi, durante l’incontro in cui sono stati presentati alle associazioni di categoria agricole e della cooperazione i criteri di selezione dei nuovi bandi, prossimi all’uscita, del Psr 2014-2020. «Fa piacere – ha proseguito l’esponente della Giunta Pigliaru – che diverse organizzazioni agricole abbiano riconosciuto l’enorme lavoro svolto dalle strutture dell’Assessorato e di Argea, che hanno dato dimostrazione di straordinario impegno e professionalità per raggiungere il 98,7percento della spesa, in media con il dato nazionale che vede un disimpegno di spesa ritenuto dal Mipaaf assolutamente fisiologico».

Un cambio di rotta che secondo la titolare dell’Agricoltura si sta costruendo giorno dopo giorno con una collaborazione costante, che va rafforzata, tra politica, associazioni agricole, mondo delle imprese e rappresentanti dei territori. «Il cambio di rotta – ha proseguito Falchi – lo abbiamo dato spendendo tre o quattro volte di più di quanto non abbiano fatto i nostri predecessori. Lo abbiamo poi costruito collegialmente lavorando fianco a fianco con tutti i portatori di interesse per la stesura del nuovo Programma di sviluppo rurale e imprimendo proprio al Psr 2014-2020 una spinta innovativa che superasse le rigidità burocratiche del passato: prima fra tutte la sperimentazione dei bandi a sportello che ridurrà di almeno 255 giorni i tempi di attesa delle imprese, favorendo l’elaborazione di progetti di elevata qualità». Dall’Assessorato di Via Pessagno non sono stati forniti ancora i dati ufficiali e definitivi sullo stato della spesa della vecchia programmazione. Si è in attesa infatti del bilancio finale che arriverà nei prossimi giorni dagli uffici romani di Agea.

Il Psr 2007-2013 con una dotazione totale di 1284746987euro è finanziato per il 44percento dall’Unione europea (fondi Feasr), il 39,2percento dallo Stato ed il 16,8percento dalla Regione. Ad oggi, sarebbero a rischio disimpegno circa 7379762,72euro di risorse europee. Infatti, la quota parte dello Stato e della Regione non è classificabile come disimpegno, poiché rimane a disposizione della futura programmazione agricola. «Del disimpegno, circa 7milioni e 199mila euro relativi all’approccio Leader non sono stati spesi per carenza di domande o perché i progetti non si sono conclusi in tempo utile». Lo hanno spiegato il direttore generale dell’Assessorato Sebastiano Piredda ed il direttore generale dell’Agenzia Argea Gianni Ibba. Per evidenziare l’andamento finanziario del vecchio Psr negli ultimi diciotto mesi, basta prendere in mano i resoconti di spesa di tutto il periodo di programmazione. Se fra la fine del 2007 ed il marzo del 2014 erano stati spesi 836milioni di euro, circa il 65percento del totale con una media annua di 119milioni e 434mila, nei primi otto mesi di mandato del 2014 si erano superati i 185milioni e nell’ultimo anno oltre i 257 per un totale di 442milioni di euro. «Di quest’ultima parte della spesa – hanno concluso Piredda ed Ibba – ben 240milioni sono stati destinati agli investimenti aziendali e all’infrastrutturazione rurale. A titolo di esempio, nelle misure a investimenti si è passati dai 26 milioni di spesa annua del periodo 2007-2013 ai 122milioni del solo 2015».

Nella foto: l'assessore regionale Elisabetta Falchi



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