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A.B. 3 marzo 2016
Pioggia non ferma crisi idrica
Nuovo allarme in Gallura
«Nel Liscia l’acqua continua a scarseggiare», dichiara il presidente del Consorzio di Bonifica della Gallura Marco Marrone
Pioggia non ferma crisi idrica. Nuovo allarme in Gallura

OLBIA - Nell’ultima settimana, la Diga del Liscia ha raccolto 4milioni di metri cubi d’acqua. Troppo pochi per fermare la crisi idrica che si protrae dalla scorsa primavera. La pioggia caduta nell’ultima settimana non ha allentato gli effetti di una crisi idrica che in Gallura va avanti dall’inizio della scorsa primavera. Le precipitazioni hanno fatto registrare una crescita troppo tenue rispetto alla siccità che ha caratterizzato i mesi precedenti: dai 37milioni di metri cubi d’acqua presenti all’interno della Diga del Liscia si è passati agli attuali 41,5milioni di metri cubi. Il quadro generale rimane sconfortante e la possibilità di garantire ai consorziati una stagione irrigua ottimale è sempre più remota.

«I livelli d’acqua presente all’interno della Diga del Liscia continuano a essere molto preoccupanti – afferma Marco Marrone, presidente del Consorzio di Bonifica della Gallura. Nonostante le piogge dell’ultima settimana, i valori attuali non lasciano spazio all’ottimismo. Per sconfiggere l’emergenza siccità avremmo bisogno di altri venti giorni di pioggia abbondante e continuativa. Purtroppo abbiamo perso l’ennesima occasione per raccogliere l’acqua a valle e per mettere in sicurezza la destinazione della risorsa idrica verso l’agro gallurese durante la prossima stagione estiva».

L’unica soluzione per placare la sete d’acqua della Gallura e per assicurare una pianificazione nella gestione e nella distribuzione della risorsa idrica è quella di effettuare delle opere di captazione delle acque a valle. Su questo punto, il Consorzio di Bonifica della Gallura ha trovato il pieno supporto delle istituzioni locali e delle associazioni di categoria che da anni si rivolgono alla Regione chiedendo una maggiore attenzione verso i problemi del Nord-Est della Sardegna. «Senza questi interventi – conclude Marrone – potremmo essere costretti a inasprire il razionamento dell’acqua destinata al comparto agricolo e al comparto zootecnico».
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