Ombretta Armani attacca il piano di riqualifica delle aree verdi: «Interventi per creare polverone nel centro città e nascondere l’incapacità di gestire l’ordinaria manutenzione del verde. Non servono piani faraonici, ma solo buona amministrazione quotidiana»
ALGHERO – «Il faraonico progetto del verde è solo un inizio della campagna elettorale». Ombretta Armani boccia senza riserve il progetto di riqualificazione delle aree verdi presentato venerdì sera dal Sindaco. Secondo il consigliere di Arcobaleno di Stella Nascente il piano di lavoro ha la grave lacuna di non prevedere nuove aree verdi, e semplicemente di intervenire, tardivamente, su quelle già esistenti e finora abbandonate a loro stesse. «Il progetto sul verde di questa amministrazione dimentica la funzione microclimatica della vegetazione», accusa la Armani, che spiega come il verde non sia semplicemente decorativo, ma debba rispondere a esigenze più ampie verso la vivibilità della aree minori. «Di qui l’importanza della conoscenza delle caratteristiche di ogni singola specie, per una opportuna selezione delle piante in fase di progetto di un’area verde. Ad esempio, per garantire raffrescamento in estate e riscaldamento in inverno, si dovrebbe optare per delle specie con chioma di elevata densità nei mesi caldi e con basso livello di ombreggiamento nella stagione fredda – spiega la Armani – E quindi gli olmi sono sicuramente più adatti allo scopo che non le palme per le quali tra l’altro il progetto prevede che rimangano legate per anni, fino a quando siano talmente alte da non dare disturbo agli automobilisti e ai passanti. Eppure – prosegue – in Viale Giovanni XXIII sono previsti i tagli degli olmi esistenti e la messa a dimora di 30 palme per un costo di 288.000 euro che a palma significano più di 9000 euro». L’accusa dell’esponente di Arcobaleno di Stella Nascente è chiara: «Non si mette un albero in più degli esistenti, ma si opera una sostituzione di buona parte di essi». Cui prodest?, si chiede l’Armani. Non ci guadagnano di certo le casse pubbliche, risponde, o i passanti, o l’ambiente, o l’immagine della città, snaturata secondo la Armani dall’invasione delle palme che poco hanno da spartire con il panorama la storia e l’ambiente della città. «Di certo se ne avvantaggerà qualche monocoltivatore di palme, alcuni patiti dei climi tropicali e un’impresa della NU che già fa poco e a cui si va a sottrarre un oneroso impegno». L’ex candidata delle primarie denuncia l’investimento di una tale spesa mastodontica per abbellire parchi già esistenti e fruibili, «migliorabili con pochi spiccioli», invece di essere completamente stravolti senza aumentarne il numero delle piante. «Da un’analisi della spesa si scopre che la maggior parte dell’investimento sul verde (a volte anche l’80%) è costituito da ….. cemento! Non che alcune di queste spese edilizie non siano utili – dichiara la Armani – ma stupisce una tale incidenza sul globale di un piano per il ……verde !!». Grave colpa dell’Amministrazione, secondo Ombretta Armani, è la scelta di «investire nei siti centrali, quelli dei cittadini di serie A, mentre le zone periferiche non usufruiranno di niente. Eppure buon senso vorrebbe che per rendere meno caotico il traffico estivo si dirottassero i cittadini e i turisti verso le periferie, rendendo fruibile ad esempio anche il parco di Via Liguria». I fondi impiegati per il verde pubblico, continua, «non porteranno vantaggi per i cittadini, né miglioramento lo stato del verde pubblico, qualitativo e quantitativo, né miglioreranno la situazione dei quartieri più svantaggiati». L’intervento, seppur pregevole dal punto di vista progettuale, pecca per l’Armani nel momento in cui è sostenuto da una logica politica perversa, «che predilige il polverone nel centro città per accecare gli occhi dei cittadini, volendo nascondere così l’incapacità di gestire anche l’ordinaria manutenzione del verde». La Armani denuncia quella che sarebbe solo una vasta campagna elettorale del centrodestra, con interventi giunti solo a fine mandato dopo cinque anni di totale negligenza nei confronti delle diverse aree verdi abbandonate. Un pensiero l’esponente di Stella Nascente lo riserva infine all’incuria totale che, a suo dire, ha segnatogli ultimi anni della Pineta di Maria Pia, il cui pregio naturalistico da salvaguardare è uno dei punti nevralgici del nuovo progetto «In cinque anni non si è mandato un vigile a controllare le ruspe che hanno sbancato le dune, gli operai che sono andati a far legna. Anche le concessioni demaniali hanno fatto i loro comodi, compresa la costruzione di “una nuova sfida imprenditoriale” in cemento direttamente sul bagnasciuga. Ad Alghero non servono piani faraonici – conclude la Armani – occorre solo buona amministrazione, manutenzione quotidiana e qualche giardino in più, dove la gente lo chiede». La
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Nella foto un´immagine dal progetto per la pineta di Maria Pia