Curedda soffia sul fuoco delle polemiche intorno al progetto di riqualifica del verde urbano: «L’unico risultato sarà quello di aggiungere un paio di baretti da affidare agli amici degli amici e abbandonare all’incuria definitiva i quartieri periferici»
ALGHERO – Riqualifica del verde ancora oggetto di critiche: dopo l’
intervento dei giorni scorsi di Ombretta Armani questa volta è Vittorio Curedda ad attaccare il progetto dell’Amministrazione: «Dopo cinque anni di colpevole incuria, abbandono e degrado del verde urbano, ecco che il Sindaco Tedde, in carenza di argomenti propagandistici, avvia la campagna elettorale con la gazzosa del “pesante intervento sul verde”». Curedda denuncia come il progetto, a suo dire, non aggiunga neanche un metro quadro di verde urbano, nonostante gli ingenti stanziamenti di circa 7 milioni di euro. «Il progetto è fallimentare non solo perché non aumenta la quantità di verde a disposizione dei cittadini ma anche perché non riuscirà a creare posti di lavoro duraturi per gli algheresi – spiega Curedda – È proprio strano che si utilizzino dei finanziamenti (legge regionale 37 del 1998) destinati all’occupazione stabile – prosegue – per dei lavori pubblici che hanno l’aria di essere grandi opere di regime». Davanti alla presentazione in grande stile approntata dall’Amministrazione, il candidato sindaco del centrosinistra registra quella che secondo lui rischia di essere un’azione di portata ridotta. «L’unico risultato sarà quello di aggiungere un paio di baretti da affidare agli amici degli amici – critica – e abbandonare all’incuria definitiva i quartieri periferici dove vive la maggioranza degli algheresi». I fondi, secondo l’esponente della Margherita, dovevano essere investiti meglio :«Si è scelta la strada di concentrare tutte le risorse disponibili, anche quelle delle passate annualità, per concepire un mega progetto su pochi spazi con costi di progettazione e di realizzazione altissimi – continua Curedda – Se si fossero coinvolti gli algheresi, attraverso forme di partecipazione, che solo formalmente l’Amministrazione ha attivato, si sarebbe evitato questo pessimo passo falso». Colpa dell’Amministrazione secondo Curedda è il disinteresse nei confronti delle esigenze della cittadinanza, anche rispetto alle prerogative occupazionali della legge 37: «Sono stati ignorati i comitati di quartiere, che avrebbero suggerito interventi più semplici, meno dispendiosi, ma più corrispondenti ai bisogni. Non sono stati presi in considerazione – conclude Curedda – progetti meno costosi che avrebbero potuto garantire maggiore ricaduta occupazionale».